Stefani, Prudenza – Maestra Pia, Educatrice (Caprarola 1768 – Viterbo,  19 sett. 1841).

Presumibilmente figlia di Stefano e Domenica Scialanca, a 21 anni entrò nel noviziato della scuola di San Giovanni a Viterbo. Nelle Croniche Critiche delle Maestre Pie di Viterbo, si legge: “Nell’anno 1790 dopo la solita prova di un anno di noviziato fu vestita Maestra la Signora Prudenza Stefani di Caprarola colle dovute cerimonie per mano del nostro confessore Signor Canonico Piscini”. Subito dopo la vestizione iniziò ad insegnare nella stessa scuola di San Giovanni. “Nel 1798 era stata mandata a fondare la Scuola di Ischia durante la prima Repubblica Romana. Fu richiamata a Viterbo come Maestra del Noviziato e formò generazioni di Mastre Pie, tra le altre la sua nipote Teresa Stefani”. La fondazione della scuola ad Ischia di Castro, come lei scrive, fu molto complicata: “Il Governo Repubblicano cercò in tutti i modi di assediare il luogo Pio, ma il Cuore di Gesù ha trionfato e i perversi sono stati umiliati, appena l’esercito napoleonico si è ritirato, le Maestre hanno chiamato un Padre Capuccino e hanno organizzato una Missione durata 13 giorni”

Della scuola di San Giovanni fu eletta Superiora Generale succedendo alla compaesana Clementina Salvatori. Il Cardinal Severoli, vescovo di Viterbo-Tuscania,  aveva molta stima di lei e la spronò nella propagazione dell’Istituto. Sotto la sua direzione furono aperte le scuole di San Faustino (Viterbo), Bagnaia, Barbarano Romano, Vejano, Oriolo Romano, Blera, Vetralla, Capranica, Tuscania, Soriano nel Cimino.

Fu, suo malgrado, la protagonista viterbese dello scisma tra le case delle Maestre Pie Venerini della diocesi di Viterbo e quelle della Casa Generalizia di Roma. Lo scisma ebbe luogo il 18 febbraio del 1822 quando Severoli, con una lettera, rispose negativamente alla proposta di sottomissione delle Maestre Pie di Viterbo alla Casa Generalizia di Roma. Tutte le scuole della Diocesi di Viterbo passarono alle dipendenze del Vescovo e della Superiora Prudenza Stefani che, pertanto, fu nominata Madre Generale, incarico che mantenne fino alla sua morte.

La Signora Prudenza (le Maestre Pie Venerini, fino al 1933, non professavano voti ma li osservavano come se li avessero fatti. Pertanto non venivano appellate con il nome di “Suora” ma con “Signora” o “Signora Maestra”), abile nell’arte della diplomazia e forte del legame che aveva stretto con alcune consorelle della Capitale, non interruppe mai i contatti con le Madri Generali di Roma alcune delle quali, come Rosa Frediani, erano state sue allieve durante il noviziato.

Le Maestre di Viterbo, staccate da quelle di Roma e favorite dalla spinta del cardinale Severoli, cominciarono un cammino autonomo e si moltiplicarono fino ad avere 18 scuole e 49 Maestre. Tuttavia restarono sempre spiritualmente unite con le consorelle romane che forti dell’intraprendenza della Signora Deci e di alcune consorelle ben determinate, arrivarono a gestire 44 Scuole con 118 Maestre in tutto lo Stato Pontificio.

Le Madri Generali di Roma e di Viterbo iniziarono quasi subito un grande lavoro di tessitura e, cogliendo l’occasione di un evento miracoloso che interessò una giovane Maestra di Viterbo, Vittoria Romanelli, nonché approfittando dell’avvenuto indebolimento del potere di controllo dei Vescovi sulle Maestre Pie, seguito ai tanti rivolgimenti politici e sociali occorsi, riuscirono a tracciare un camino di riconciliazione. A distanza di 50 anni, nel 1872, essendo Madre Generale a Roma Carolina Mazzoni e Superiora Generale a Viterbo Annunziata Sebasti, la riunificazione divenne un fatto compiuto.

La Stefani passò a miglior vita il 19-9-1841 “…dopo una lunga infermità di 39 giorni da lei sofferta con dovuta pazienza piacque al Sig.re Iddio chiamarla a ricevere il premio delle sue fatiche e delle virtù. Morì essa all’una dopo mezzanotte del sabato innanzi la domenica di Maria Addolorata, e verso le ore 23 di quel giorno fu trasportata con pompa alla chiesa di S. Ignazio in Viterbo e nella mattina fu esposta e suffragata la di lei anima con copioso numero di messe, ed ivi tumulata a forma della sua espressa volontà”

BIBL. e FONTI – Archivio Parrocchiale Caprarola. Croniche Critiche delle Maestre Pie di Viterbo, in Archivio Maestre Pie Venerini (Roma Via G. Belli, 31), p. XIV.  Maria Teresa Crescini, Storia di una Famiglia. Le Maestre Pie Venerini, Roma,  Libreria Editrice Vaticana  2019, p. 264; Biagio Stefani, L’albero di Stefano, Itinerart-Libri, Viterbo 2021.

[Scheda di Stefani Biagio – Caprarola]