Cesetti Giuseppe – Pittore (Tuscania 10 mar. 1902 – 19 dic. 1990).

Nasce a Tuscania da una famiglia di agricoltori e trascorse l’infanzia in Maremma, dove il padre allevava cavalli;  a sedici anni lascia la famiglia per viaggiare attraverso l’Italia , studiando i grandi maestri dell’arte del passato e stringendo amicizia con numerosi uomini di cultura, tra i quali Cardarelli. Con quest’ultimo e insieme ad altri scrittori della nuova generazione suoi amici, Baldini, Bacchelli, Salli, Montano, Barilli, Cecchi, fondano la rivista “Ronda”, pubblicata fino al 1922. Nel 1927 espone per la prima volta a Como, trasferendosi poi a Firenze, dove iniziò a pubblicare scritti e disegni sul settimanale “Bargello” e sul quindicinale “ L’Universale” e collaborò con la rivista “Solaria”, dove apparvero le sue prime poesie.

Nel 1930 tenne a Firenze, nella Galleria Santa Trinita, la sua prima personale; in quell’occasione i dipinti vennero acquistati da Romano Romanelli, Libero Andreotti, Ugo Ojetti e Ottone Rosai, con cui strinse amicizia. In questi anni giovanili le sue opere mostrano un’approfondita conoscenza della pittura etrusca, nella quale predominano i colori chiari e luminosi, e un’influenza dei macchiaioli, in particolare di Fattori. L’anno successivo ottenne l’assistentato alla cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Venezia ed espose alla Quadriennale romana e,  diventato una figura centrale del nuovo ambiente artistico, nel 1934 gli fu assegnata una parete alla Biennale: vi espose cinque opere, tra cui La staccionata e Nudo di giovinetta. In altre opere come  I vaccari ( presentata alla Biennale del 1936) Il cuscino rosso, Gli etruschi addormentati, è palese il ricordo del padre e del nonno e vi aleggia il profumo ed il colore della terra natia. L’artista rimane dunque fedele al mondo dell’infanzia vissuta nella Maremma, pur riuscendo a fondere i ricordi della primitiva vita rustica con armonia della composizione e del colore.

Nel 1935 si trasferì a Parigi, per due anni, dove ebbe modo di frequentare il gruppo degli “Italiens de Paris”: Severini, Tozzi, Campigli, De Pisis, Eleonora Fini, De Chirico e Tamburi. La sua tavolozza si schiarisce scoprendo altre luminosità, grigie, cinerine e viola, caratteristiche del cielo francese. Al rientro in Italia, con una più consapevole coscienza della sua arte,  si unì ai gruppi milanesi Tesoretto e Pesce d’oro. Nel 1939 ottenne la cattedra di disegno nel Liceo Artistico di Venezia e, l’anno dopo, la cattedra di pittura all’Accademia. Trasferitosi all’Accademia di Roma nel 1943, fondò nella capitale la Galleria del Secolo, rientrando a Venezia subito dopo la guerra. Nel 1948 fu presidente dell’esposizione veneziana “50 anni di pittura in Italia”, che si tenne nell’Ala Napoleonica. Nominato direttore della Scuola d’Arte Italiana a Parigi (1955), vi si trasferì per tre anni, lasciando provvisoriamente la cattedra veneziana.

Nel 1961 si tenne a Viterbo una grande mostra antologica e nel 1962 fu nominato addetto culturale presso l’ambasciata d’Italia a Parigi; in questa veste promosse una serie di mostre e manifestazioni di promozione degli artisti italiani. In quel periodo dipinse paesaggi di Parigi e della campagna francese, dalla Loira alla Normandia. Nel 1964 riceve la Lègion d’honneur. Rientrato in Italia nel 1967, insegnò all’Accademia di Roma, pubblicando saggi critici e libri di poesia e prosa e partecipando ad importanti mostre italiane ed estere, ottenendo più volte sale personali alla Biennale di Venezia ed alla Quadriennale di Roma. Fissò la sua residenza, al paese natale dove,  continuando la tradizione di famiglia, si dedicò anche all’allevamento di cavalli purosangue.

BIBL. – C. Cesetti, Giuseppe Cesetti. Un etrusco senza tempo, Tuscania, 2002;  Giuseppe Cesetti, 1970 (con bibl.); Giuseppe Cesetti, 1982; Giuseppe Cesetti, 1993.

[Scheda di Barbara Costanzo-Flc; integrazione di Gilda Simona Pannuti-Cersal]