ClosiFamiglia (Viterbo, secc.  XV- XVIII)

Due famiglie avevano il cognome quasi identico: Ciosi e Closi. E’ possibile che la distinzione sia avvenuta dopo che l’allora unico ceppo familiare era stato iscrittoi nell’albo del patriziato viterbese nel 1484. Il capostipite può essere considerato Paolo di Giovanni che nel 1434, come risulta da documenti, era speziale a Viterbo. Da lui nacque un altro Paolo i cui figli lasciarono segni della loro presenza nella vita cittadina: Francesca si sposò con il notaio Bernardino Latini e fu madre dell’umanista e letterato Latino Latini nato intorno al 1513; Tommaso era conduttore della gabella delle bestie mentre suo figlio Gaspare era notaio; Faustina si sposò con Battista Santoro che era il conservatore delle gabelle della Provincia del Patrimonio e fratello del cardinale Fazio Santoro (dal 1505); Agostino sposò la nobile Faustina Tignosini nel 1537; infine Angelo  si congiunse con Giacoma Bonelli.

Angelo di Agostino prese parte alla magistratura cittadina e nel 1577 era tra i Conservatori; Giacomo, suo fratello, fu canonico di San Marco a Roma e l’8 agosto 1623 affidava al cardinale Scipione Cobelluzzi l’incarico del riordino di tutti i manoscritti che gli erano pervenuti da parte dello zio Latino Latini (è probabile che si tratti del fondo  di libri e di manoscritti che sono stati all’origine della Biblioteca Capitolare di Viterbo, oggi conservata presso il Centro di documentazione per la storia e la cultura religiosa della Diocesi di Viterbo).

Da Giovanni Closi, maritato con Lavinia Gentili, derivarono Giacinta e Caterina monache a Santa Caterina, Francesco che fu avvocato a Roma, Faustina che si sposò con Rocco Rocchi di Civitavecchia, ed era già morta nel 1605. Nel 1633 Mario Closi e Donato Spadensi erano deputati del Monastero delle fanciulle orfane di Viterbo; sua moglie Porzia Mariotti, nel suo testamento del 1669 lasciava la disposizione che doveva essere sepolta nella chiesa di San Francesco. Fabrizio Closi, nel 1604, era depositario del Monte di Pietà e nel 1630 era tra i Governatori dell’Ospedale Grande degli Infermi; il fratello Agostino divenne arcidiacono della Cattedrale di Viterbo e nel 1591 nominava Gaspare De Angelis suo procuratore; Ottavio, altro fratello, con testamento del 9 ottobre 1649, destinava tutti i suoi libri al Collegio dei Gesuiti da poco creato a Viterbo.

La famiglia, che aveva abitazione nella parrocchia di Santa Maria in Poggio, si estinse nell’ultimo scorcio del Seicento.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 152-153.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]