Dobici, Antonio – Bandito (Viterbo, 1843 – Sec. XX)

Tra il 1850 e il 1890 nella Tuscia operarono delinquenti dediti ad estorsioni, sequestri di persona, ferimenti ed omicidi che diedero corpo ad un brigantaggio minore (rispetto a quello dominato dalla figura di Domenico Tiburzi) e del quale qui si vuole ricostruire qualche dato biografico.

Antonio Dobici era nato a Viterbo nel 1843 ed era stato muratore di professione prima di darsi alla macchia. Nel 1864 aveva sperimentato per la prima volta il carcere a Viterbo, poi nuovamente nel 1865 e nel 1866: l’ultima volta era evaso e nel 1868 fu condannato al raddoppio della pena che ancora doveva scontare; nel 1870 ebbe altri quattro anni di lavori forzati. Arrestato nel 1874, era fuggito ma si diceva che tornasse a suo piacimento a Viterbo entrando nelle botteghe e nelle bettole. Si unì a Martino Cocciola e a Rufoloni (v.) e nell’estate del 1874 avevano sequestrato Cosimo Colesanti, agiato possidente di Bagnoregio: in cambio della sua libertà avevano chiesto ed ottenuto una forte somma. I banditi si spostarono nella zona di Graffignano-Sipicciano e misero in atto altre estorsioni ai danni di Anton Maria Gori di Castiglione in Teverina e poi del conte Bufalari nel territorio di Civitella d’Agliano: i carabinieri mobilitati per arrestare i banditi riuscirono solo a ferire il Cocciola mentre gli altri scappavano. Nel dicembre di quell’anno infine anche il Dobici fu catturato. Nel giugno 1876 il Dobici era condannato dalla Corte d’Assise di Viterbo a 25 anni di lavori forzati e 5 di sorveglianza. Probabilmente è morto in carcere.

BIBL. e FONTI – Archivio di Stato di Viterbo, Processi in Corte d’Assise, b. 31-34. A. Mattei, Brigantaggio sommerso. Storia di doppiette senza leggenda, Roma 1981, passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]