Jacomucci – Famiglia (Viterbo, Sec. XVI – Sec. XVII)

Originaria di Montalto di Castro, la famiglia si trasferì a Viterbo nella seconda metà del Cinquecento e l’iscrizione nel patriziato viterbese avvenne nel 1584. Giacomo alias Jacomuccio, figlio di Giovan Pietro dettò il suo ultimo testamento nel 1587 nel quale precisava che voleva essere sepolto alla Trinità e lasciava i suoi beni ai figli Fabio e Pietro e alla figlia Isifile. Fabio nel 1558 aveva sposato Isabella Ricciardi di Tommaso di Montalto e poi in seconde nozze Clemenza Fani di Sebastiano: da questi matrimoni erano nati Alessandro che fu referendario del pontefice Paolo V e morì nel 1617; Odoardo che nel 1602 trasferiva alle monache di Santa Caterina la proprietà di un fondo come dote per le sue sorelle Elena e Settimia che erano educande in quel Monastero; Bernardina che si coniugò Giulio De Angelis di Montalto; Veronica che si fece religiosa in Sant’Agostino e prese il nome di suor Benedetta; Pietro che si diede alla carriera delle armi e divenne capitano, poi prese parte alla magistratura viterbese e fu Gonfaloniere nel 1578 mentre negli anni successivi fu consigliere e priore; nel 1593 il Vicelegato del Patrimonio gli affidava il comando di una compagnia di 20 uomini che dovevano rendere sicura la strada della Montagna, in direzione di Roma. Contrasse matrimonio con Fiordalisa Nini di Paolo e da questo matrimonio nacquero tre figlie, due delle quali si fecero monache in San Domenico mentre la terza si sposò con Alberto Magalotti e poi con Domenico Cristofori; ultima erede della famiglia trasmise i suoi beni al nipote Carlo Cristofori con l’obbligo di aggiungere al proprio cognome quello dei Jacomucci.

BIBL. e FONTI – Archivio storico comunale di Viterbo, serie “Bandi ed editti”, faldone 4. doc. 63; Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 265-266.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]