MALVICINI — Famiglia

Probabilmente originaria del Nord Italia, nel 1457 faceva parte del patri­ziato viterbese e aveva diversi membri inseriti nel­le cittadinanze degli altri centri dell’Alto Lazio (Tar­quinia, Tuscania). Molti dei suoi esponenti furono notai, ma non mancarono anche gli ecclesiastici.

Il primo personaggio attestato a Viterbo è Giovanni di Bencio de Alessandria, che possedeva un’abitazio­ne a San Nicolò delle Vascelle. I figli di Giovanni furono: Silvestro, Giacomo, Paolo Pietro, Bernardi­no, Cristoforo.

Silvestro, laureato in legge, eserci­tò la professione di notaio tra il 1456 e il 1506 a Vi­terbo. Nel 1457 fu eletto podestà a Bagnoregio; let­terato, fu autore con il fratello Cristoforo (v.) di al­cune composizioni letterarie. Paolo Pietro nel 1464 fu nominato podestà a Bagnoregio e nel 1499­-1500 era podestà della terra di Bagnaia; fu anch’egli notaio ed esercitò tra il 1480 e il 1512. Bernardino fu notaio e canonico della collegiata di S. Sisto e successivamente (1527) della collegiata di S. Ange­lo in Spatha. Bernardino, anche lui letterato e scrit­tore, nominò suo erede il nipote Matteo di Luca di Amelia, che prese come cognome M. e dal quale sa­rebbe disceso un ramo minore della famiglia.

La se­rie di uomini di legge forniti da questa famiglia pro­seguì nella generazione successiva. Giovanni di Paolo Pietro, laureatosi in legge, esercitò la profes­sione di notaio, secondo quanto attestato dagli atti da lui rogati tra il 1505 e il 1546; fu nominato po­destà di Bagnaia il 31 genn. 1524. Suo figlio Tom­maso, medico, il 10 luglio 1557 è attestato come presidente del consiglio dei medici fisici della Pro­vincia del Patrimonio, mentre il 7 maggio 1569 era tra gli amministratori dell’Ospedale grande degli in­fermi. Vi è poi ancora un Tommaso di Giovanni che, laureatosi in legge, fu notaio tra il 1607 e 1635. Il 22 dic. 1632 prese in affitto dal principe Taddeo Bar­berini il castello di Sipicciano. In due momenti dif­ferenti (il 27 giugno 1633 e nel 1645) Tommaso ri­coprì l’incarico di luogotenente generale del gover­natore della città di Viterbo e della Provincia del Pa­trimonio di San Pietro in Tuscia, mentre il 3 ag. 1638 aveva in affitto il castello di Roccalvecce. Suo fratello Cristoforo seguì la carriera ecclesiastica e fu canonico della collegiata di S. Angelo in Spatha fino alla morte, avvenuta nel 1642. Tommaso sposò Lucrezia Musacchi dalla quale ebbe Giovanni, Ce­sare, Angelica, Caterina, Vincenzo e Filippo. Gio­vanni, laureatosi in legge, fu canonico della catte­drale di S. Lorenzo nel 1647; il 27 luglio dello stes­so anno prese in affitto il castello di Roccalvecce.

L’ultimo membro della famiglia, noto per aver se­guito gli studi di giurisprudenza, fu Paolo, il 28 marzo 1668 attestato come giudice presso il gover­natore della terra di Bomarzo, Luca della Rovere. Paolo ebbe da Girolama Almadiani una sola figlia, Maria Francesca, che, presi i voti nel monastero di S. Caterina, portò con la propria morte (18 febbr. 1732) all’estinzione della famiglia. Questa aveva il palazzo in piazza S. Nicola delle Vascelle (oggi piazza Luigi Concetti), e il principale luogo di sepoltura nella cappella del Rosario in S. Maria in Gradi. – Arme: di rosso al leone rampante.

BIBL. – Angeli 2003, pp. 299-301.

[Scheda di Orietta Sartori – Ibimus]