Mari, Giovanni Maria – Pittore (Viterbo, Secc. XVII-XVIII). 

Sono poche le notizie su questo pittore viterbese: lo storico viterbese Coretini, colloca la sua attività artistica nel XVIII secolo, attribuendogli le lunette della cappella dei santi martiri Valentino ed Ilario, nella cattedrale di Viterbo. Il Signorelli colloca questa commissione intorno al 1722. Successivamente continuò a lavorare nella campagna decorativa della cattedrale viterbese, come testimoniano i compensi da lui ricevuti nel 1728, registrati nella documentazione relativa alle spese del vescovo Sermattei per gli arredi della cattedrale: “per aver tirati sopra li telari li quadri nuovi delli medaglioni in S. Lorenzo”.

Risale a qualche anno prima, la pala d’altare raffigurante s. Vincenzo Ferreri, che il Mari dipinse per l’omonima cappella del santuario della Madonna della Quercia a Viterbo.  Dalla documentazione relativa ai lavori di restauro del santuario, eseguiti tra il 1720 e 1725, risulta che “Maria [Mari]lo fece con genio e divotione e si contentò solo di scudi ventidue, benchè sia stimato venti doppie“.

Nella tela del M., il santo predicatore domenicano viene raffigurato in forma di angelo dell’apocalisse e incoronato da una schiera di angeli, mentre regge con la mano sinistra il libro della Bibbia aperto e con la destra indica il cielo. Ai suoi piedi il cappello cardinalizio, simbolo del rifiuto del cardinalato e un angelo reggente tre tiare unite in segno della grande opera esercitata dal santo per estinguere lo scisma del 1378.

BIBL. – G. Coretini, Brevi notizie della città di Viterbo, Roma 1776, p. 133; I. Faldi, Pittori viterbesi di cinque secoli, p. 74; S. Del Ciuco, La Cattedrale di Viterbo, Viterbo, 1986, p.86; S. Angeli, Documenti inediti per Marco Benefial: Il ciclo delle “Storie dei martiri” nella cattedrale di Viterbo, in “Biblioteca e Società”, n. 1-2, 2002, p. 57 e 61; A. Massi, Guida al Santuario Madonna della Quercia, Viterbo, 2008, p. 149 e p. 456.

[Scheda di G. S. Pannuti – Cersal]