Maturi, Antonio – Sindaco, Eroe di guerra (Viterbo, 2 apr. 1883 – ivi, 17 mag. 1956)

Figlio di Odoardo e di Assunta Bocci, nasce a Viterbo il 2 aprile 1883; abbraccia la carriera militare ed è Sottotenente nel 1905, nel 1916 è Capitano; durante la Prima guerra mondiale raggiunge il grado di Maggiore del 90° Reggimento fanteria. E’ stato insignito di tre medaglie d’argento al valor militare. La prima per azioni condotte sul Monte San Michele (2 novembre 1915) con la motivazione: “Durante il combattimento, benché ammalato, con calma, perizia e ardimento spingeva l’avanzata del suo reparto fin sotto il reticolato di un trincerone nemico e, con fermo mirabile coraggio, manteneva la posizione conquistata dando prova di preclare virtù militari”. La seconda nell’Alta Val d’Assa (19-20 maggio 1916) con la motivazione: “Ammirevole esempio di calma e disprezzo del pericolo durante il fuoco violento dell’artiglieria nemica, sosteneva fino all’ultimo la posizione affidatagli e, in obbedienza agli ordini ricevuti, per ultimo si ritirava aprendosi coraggiosamente un varco fra i tiratori nemici”. La terza sul Monte Rasta (27 giugno 1916): “Comandante di un battaglione di rincalzo ad una brigata, sorpreso di notte a breve distanza dal fuoco nemico, tenne contegno calmo e coraggioso, rimanendo in primissima linea per parare con sagge disposizioni alla difficile situazione della truppa. Ferito al braccio sinistro non abbandonò il proprio posto; ferito una seconda e terza volta alla bocca e al braccio destro, continuò ad incoraggiare ed a dirigere opportunamente i reparti sopraggiungenti per tentare l’assalto del vicino posto nemico, finché ferito nuovamente al torace cadde privo di sensi. Mirabile esempio di saggio comandante e di prode soldato”.

Dopo la guerra  e dopo la Marcia su Roma, in una Viterbo diventata fascista, le elezioni amministrative del 1923 diedero il governo della Città ai fascisti ed egli fu eletto Sindaco (1923-1926) e poi fu Podestà di Viterbo (1926-1931). Nel febbraio 1926 inaugurò la fine della copertura dell’Urcionio, lavori che si protrassero fino al 1934 quando fu pavimentata Via Fratelli Rosselli; aderente al Partito nazionale fascista dal 1922 accompagnò sia Mussolini nella visita a Viterbo del  1924 sia il Re Vittorio Emanuele nella visita del 1925 quando fu inaugurato il Monumento ai caduti. Nel 1931 si dimise dalla carica di Podestà. Ebbe un ruolo importante nel restituire a Viterbo la dignità di Provincia; dopo la fine del suo periodo podestarile non svolse una significativa attività politica rimanendo ai margini della vita cittadina.

BIBL. – V. Ansalone, Gloriosa Viterbo. I decorati al valor militare della Prima guerra mondiale nati nella Provincia, Viterbo, Agnesotti, 2006, p. 227; M. Galeotti, L’illustrissima città di Viterbo, Viterbo 2002, p. 228, 355, 486; M.C. Bernardini, La classe dirigente negli anni del fascismo. Il caso viterbese, Viterbo, 2008, passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]