Meluzzi, Guglielmo – Ingegnere, Architetto (Rimini, 1822- Roma, 1884).

Nato a Rimini, fu indirizzato dal padre, capomastro Onofrio Meluzzi, agli studi di architettura. Svolgerà tale professione tra le fila dell’esercito pontificio con la qualifica di caporale del Genio Militare. Il suo primo impegno noto risale al 1851 e riguarda alcuni disegni di rilievo e particolari architettonici relativi ad una ipotetica ricostruzione dell’antico anfiteatro di Rimini, realizzati al seguito di una campagna archeologica, alla quale partecipò anche suo padre. Sul finire degli anni ’50 o nei primissimi anni ’60 del XIX secolo, l’impegno nei ranghi dell’esercito lo porterà ben presto ad abbandonare la città natale per stabilirsi a Roma, allora capitale dello Stato Pontificio. Poco più che trentenne si troverà immerso nella febbrile attività di modernizzazione urbana promossa da Pio IX, realizzando diversi progetti (Rione Monti, Cavallerizza dell’Arsenale di Belvedere, Nuova caserma di Castro Pretorio).

Con la caduta dello Stato Pontificio, M. fu costretto a porre fine alla sua esperienza nei ranghi del Genio Militare. Difatti dagli anni ’70  diede inizio alla sua carriera di libero professionista accettando incarichi privati, sia a Roma (ampliamento dell’antico ospedale romano del Bambin Gesù, sistemazione altimetrica del prospetto posteriore del palazzo dei marchesi Patrizi,  ingresso principale del Palazzo Cortinari su via Flaminia) che in provincia. Dopo il 1870 si trova ad Acquapendente dove viene incaricato dalle autorità municipali di ideare un ampio progetto di ammodernamento della città. Ancora oggi tra le vie del centro non esiste quasi scorcio o prospettiva priva di un intervento ottocentesco meluzziano, sia esso un edificio pubblico, la facciata rinnovata di una chiesa o una semplice pavimentazione stradale.

Lo stile del M. si caratterizza per il linguaggio tradizionale e accademico, che sposa diversi elementi derivanti dalla grande stagione tosco-romana cinquecentesca. Tra i contemporanei, trovò ispirazione dall’opera dell’architetto Virgilio Vespignani che operò tra Viterbo e provincia.

L’imponente piano di ricostruzione delle più cruciali architetture di pubblica utilità acquesiane, assumeva connotazioni ben precise, dettate in primo luogo da esigenze divenute ormai improrogabili, come sembra dimostrare la tempestività con la quale ci si accinse ad affrontarle subito dopo il settembre 1870.

In particolare M. si occupò dei lavatoi pubblici e della purificazione delle acque potabili (1871), del  cimitero (1873), del carcere mandamentale, ricavato dalla chiesa di S. Michele Arcangelo (1873), del  Palazzo Municipale (1877). Gli interventi iniziarono con la costruzione del nuovo cimitero e delle carceri mandamentali, opere fortemente volute dalle autorità provinciali, spinte fortemente da motivazioni di carattere socio sanitario.

BIBL. – A. Rossi, Guglielmo Meluzzi e i suoi interventi architettonici ad Acquapendente, Vetralla, Ghaleb Editore, 2006; R. Chiovelli, M. Mengali, Guglielmo Meluzzi architetto di Acquapendente postunitaria, “Quaderni dell’Archivio Storico”, n. 4, 2003.

[Scheda di G. S. Pannuti – Cersal]