Monaldi Monaldo — Vescovo (Bagnoregio, secc. XII-XIII).

Scarse sono le notizie sull’infanzia di M. e sulla sua giovinezza, se non che egli appartenne a una delle famiglie più in vista di Bagnoregio. Successe su quella cattedra episcopale al vescovo Albone, che aveva donato nel 1211 al canonico del Laterano frate Gregorio la chiesa di S. Clemente davanti la porta di Bagnoregio, nel luogo detto Ponzano. Il primo documento uffi­ciale in cui viene menzionato, già insignito della di­gnità di vescovo, risale al 20 feb. 1217, quando Onorio III gli concesse la facoltà di poter dispensa­re dal voto di partire per la crociata quelli della sua diocesi che erano troppo anziani, malati o poveri (Quintarelli afferma, erroneamente secondo il Mac­chioni [p. 155], che il vescovo fosse Burgundio). La fi­ducia di cui godeva presso Onorio III venne confer­mata il 24 feb. 1217, quando, con lettera spedita dal Laterano, a M. fu affidato dal papa l’incarico di ripartire con equità le tasse che si dovevano pagare ai legati e ai nunzi della sede apostolica, per far fron­te alle loro spese mentre erano in visita dai prelati e chierici di Viterbo, Toscania, Ci­vitavecchia, Blera,  Tarquinia, Vetralla e Celleno. M. subentrava nell’in­carico al vescovo di Viterbo, Raniero, che non riu­sciva a conciliare le diverse parti in causa.

Il 28 apri­le dello stesso anno il legato apostolico Ugo, ve­scovo di Ostia e di Velletri, al vescovo M. «come amico carissimo consiglia, come legato della Santa Sede ingiunge» di mettere in esecuzione il manda­to papale a lui diretto, per sedare le discordie e far terminare i litigi tra i priori e i cappellani viterbesi sui contributi riguardo le procurazioni, e di costrin­gere chi doveva essere costretto a pagare (AC Vi­terbo, fondo S. Angelo, perg. 107). Il suo operato fu talmente apprezzato che ne venne richiesta formale approvazione al papa, concessagli con un breve da­tato 17 feb. 1221 (Arch. Vat., Honor. III, Reg. n. 11, p. 78). M. ritornò protagonista della politica per­sonale pontificia nel 1220, quando in un altro breve di Onorio III, datato 27 aprile, si riporta un instru­mentum di concessione fatto da M. stesso, con cui concesse a Tommaso, cappellano del papa e cano­nico del Laterano, di costruire una cappella in ono­re di Maria Vergine e san Nicolò, «in castro Montis Flasconis» (BAV, Vat. lat. 8034, p. 73, edito in Pressutti 1888-95), nella casa che egli aveva comprato; l’approvazione di M. era necessaria, in quanto il ve­scovo di Bagnoregio esercitava giurisdizione sul ca­stello di Montefiascone. In un altro breve, spedito da Viterbo il 10 maggio 1220, il papa dichiara che la cappella sarebbe stata esente dalla giurisdizione di Bagnoregio, su disposizione dello stesso vescovo M. (Vat. lat. 8034, p. 72).

Secondo la testimonianza di Scambio di Rigale, orvietano, resa l’8 giugno 1263 in un processo a Viterbo in merito al possesso di Sel­va Pagana, presso Civitella d’Agliano, M. fu il ve­scovo bagnorese che si sarebbe recato all’ospedale dei lebbrosi edificato da Bonconte e da suo figlio Corrado e vi avrebbe posto la prima pietra di una cappella dedicata alla Beata Vergine (AC Viterbo, Processo di Selva Pagana 12 maggio – 17 luglio 1263, n. 125)

Intorno all’anno 1224 M. entrò in conflitto con i monaci di S. Matteo, di Viterbo, a causa dei beni e della chiesa di S. Maria della Valle in Bagnoregio, che M. affermava di aver acquistato, probabilmente da qualcuno che non aveva il diritto di vendere. I mo­naci, reclamando il possesso della chiesa e dei suoi beni, fecero ricorso alla Santa Sede, che costituì come giudici l’abate e il priore del convento di S. Martino al Monte di Viterbo e l’arcidiacono di Or­vieto. Non riuscendo a risolvere la questione, il papa incaricò l’abate di S. Maria della Palanzana perché desse un termine perentorio di due mesi ai giudici, passato il quale egli avrebbe dovuto raccogliere tut­ta la documentazione e trasmetterla a Roma. La di­fesa di M. fu affidata a Alessandro di Montefiasco­ne, scrittore apostolico, e quella del monastero di S. Matteo a Giovanni Diacono. La causa si risolse in favore dei monaci viterbesi. La conferma della sen­tenza fu dello stesso Onorio III, con un breve del 27 ag. 1224 (Arch. Vat., Honor. III, Reg. n. 21, p. 91).

Durante il suo episcopato nacque Bonaventura da Bagnoregio, il doctor seraficus. Morto intorno ai 1228, gli successe sulla cattedra bagnorese il ve­scovo Clemente.

BIBL. – Pressutti 1888-95, I, nn. 359 p. 63, 2409 p. 399, 2406 p. 401; Quintarelli 1896, III, p. 283; Signorelli, I, pp. 166-167; Macchioni 1956, pp. 155-158, 163-164; ABI, I, 666, pp. 135­165.

[Scheda di Carla Vaudo – Srsp]