Morvidi, Leto – Politico (Manciano, 5 ott. 1894 – Viterbo, 23 giu. 1984)

Nato a Manciano il 5 ottobre 1894 da Antonio e Bianca Lucherini, molto presto si era trasferito in Sardegna dove il padre aveva ottenuto l’incarico di ispettore scolastico per le province di Sassari e Nuoro. A Sassari, nel 1912, consegue la maturità classica. Giovanissimo, fa le prime esperienze politiche nella sezione socialista di Sassari. Iscrittosi alla facoltà di Giurisprudenza riesce a superare tutti gli esami prima di essere richiamato alle armi (1° giugno 1915) e assegnato al 45° Reggimento Fanteria. Essendo studente universitario, chiede di poter frequentare la Scuola militare di Modena, dalla quale esce con il grado di ufficiale di complemento. Conseguita la laurea presso l’Università di Sassari (1° aprile 1917), è arruolato nell’84° Reggimento Fanteria, e il 29 settembre 1917 giunge al fronte. A Malga Zugna nel Trentino, il 20 luglio del 1918, è ferito da una scheggia e per il suo comportamento riceve un encomio solenne e sarà insignito della Croce di guerra al valore militare. Alla fine del conflitto raggiunge il suo reggimento a Carmignano sul Brenta, dove ottiene l’incarico di ufficiale istruttore addetto alle inchieste penali. In seguito diviene responsabile del funzionamento delle scuole di lingua italiana fra gli sloveni.

Sposato con Leontina Corbari, dopo la guerra aveva insegnato materie giuridiche ed economiche negli Istituti tecnici di Sassari ed Arezzo ed aveva scritto manuali per tali scuole (Elementi di diritto commerciale, Udine 1937; Elementi di diritto civile, Udine 1934 con nuove edizioni successivamente).

E’ stato direttore del periodico “La Ragione” dell’Associazione “Giordano Bruno”. Entrato nel Partito socialista era diventato Segretario delle sezioni dove aveva insegnato. Dopo l’approvazione delle leggi eccezionali fasciste, Morvidi si era dedicato completamente all’insegnamento ad Udine e quindi a Viterbo, dove si era trasferito durante la Seconda guerra mondiale e dove aveva ripreso anche la professione forense. Nel 1945 era stato eletto sindaco del Comune di Manciano in un referendum che rappresentò il primo esperimento elettorale dopo il Ventennio fascista. Dopo la Liberazione, aderì al PCI e nel 1946 fu eletto consigliere comunale a Viterbo e in tale funzione rimase sino al 1966. Dal 1951 al 1956, è stato prima consigliere e poi presidente della Provincia di Viterbo e durante quegli anni cominciò ad avviare i “Venerdì culturali” a Palazzo Gentili, conferenze alle quali parteciparono personaggi della cultura nazionale. Nel 1953 inaugurò la biblioteca “Anselmo Anselmi” nell’ex chiesa di S. Croce e negli anni successivi donò all’Anselmi la sua biblioteca personale (la Biblioteca comunale riapriva la sua sede a Palazzo Santoro nel 1955). Tra il 1955 e il 1956 avviò un suo progetto di creazione di un Consorzio tra Provincia e Comune di Viterbo per la gestione delle biblioteche aperte: non se ne fece nulla per l’opposizione del Comune (il Consorzio sarà avviato solo nel 1970). E’ stato attento lettore di Dante e ha fatto diverse conferenze e scritto opuscoli su figure dantesche. E’ stato difensore di parte civile nel processo per la strage di Portella delle Ginestre. Nel 1963 è stato eletto senatore per il PCI, nella IV legislatura, e nel 1968, sempre per quel partito, è stato deputato al Parlamento, nella V legislatura. E’ morto a Viterbo il 23 giugno 1984 ed è sepolto nel cimitero di Manciano accanto a sua moglie Tina.

BIBL. – Ricordo di Leto Morvidi nel centenario della sua nascita, Viterbo 1995; B. Barbini, A. Carosi, Viterbo e la Tuscia. Dall’istituzione della provincia al decentramento regionale, Viterbo 1988, p. 158-159, 176, 180, 194, 216, 234, 244, 273.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]