Picca (Pica, Picchi) – Famiglia (Viterbo, secc. XIV-XVII)

Antica famiglia di Viterbo, documentata dal sec. XIV, ascritta alla nobiltà citta­dina nel 1425, presente nei secc. XV-XVII con pitto­ri, medici, mercanti. Il primo pittore della famiglia sembra Valentino senior, figlio di Gianni, nato in­torno al 1425 e allievo di Francesco di Antonio det­to il Balletta. La sua attività nota inizia con l’unica opera superstite, una tempera su tavola (la Madon­na dei Raccomandati) per la chiesa di S. Agostino a Tuscania, datata a poco dopo il 1446. Nel 1450 dipinse il nuovo gonfalone civico conservato nella chiesa di S. Angelo in Spatha (il precedente era an­dato distrutto in una sommossa), l’anno dopo rea­lizzò un tabernacolo per S. Maria della Verità, nel 1458 il quadro per la cappella del palazzo comuna­le, qualche anno dopo la decorazione del soffitto di S. Rosa. Risale al 1471 la pala per l’altar maggiore di S. Maria del Popolo a Ronciglione; nel 1482 la­vorò nella Sala Herculea del palazzo dei Priori di Viterbo, e nel 1486 realizzò una tavola per la chie­sa viterbese di S. Quirico. Più volte priore del Co­mune di Viterbo, morì nel 1490.

Il figlio Sebastia­no seguì l’attività patema, decorando la chiesa vi­terbese di S. Martino ed eseguendo una tavola con la Madonna per S. Maria Liberatrice (1494). Fece testamento nel 1512. Anche il fratello Giovanni Battista fu pittore: nel 1505 compiva lavori di de­corazione nella chiesa del santuario della Quercia. L’attività artistica fu proseguita da Valentino ju­nior, figlio di Sebastiano, nato intorno al 1490; di lui restano una bella Annunciazione, affresco del 1514 nella chiesa di S. Amanzio o della SS. Trini­tà a Vitorchiano, e altri affreschi nella chiesa viter­bese di S. Antonio in Valle, realizzati su incarico dell’Arte dei mugnai nel 1521. Nel 1528 era uno dei rettori della Società di S. Spirito. Si sposò tre volte, dapprima con Gloritia di Domenico, poi (1533) con Silvestra Anselmi, infine con la giova­ne Battista Marozzi. Morì prima del 1544; i figli non proseguirono l’attività artistica.

Tra gli altri membri della famiglia va ricordato il medico Cri­stoforo (ca. 1595 – 2 febbr. 1660). Figlio dello spe­ziale Domenico (che ebbe bottega in piazza S. Ste­fano all’insegna del Corallo), fu primario del­l’Ospedale Grande di Viterbo e «guardiano» della Confraternita della Madonna del Suffragio, pro­muovendo il rifacimento della chiesa e dell’ora­torio (1641). Insieme a Leonardo Crivellati rivide le Dissertationes medicae di Pier Paolo Cungi per la pubblicazione a Viterbo (apud Marianum Diotalleuium, impressorem publicum, 1648). Dalla moglie Ca­terina Sannelli ebbe figli e figlie; dall’ultimo ma­schio, Giovanni Domenico (n. 1637), laureato in legge all’Università di Roma (1661), e dalla nobi­le spoletina Olimpia Teodora Leoncilli, sua moglie, nasceranno sette figlie femmine in cui si estinse la famiglia P. nelle casate Lucarelli di Canepina, Pal­lettoni e Leoncilli di Spoleto.

La linea principale dei P. fu quella dei pittori, proseguita fino al capi­tano Ippolito (1576-1646) e ai suoi figli; ebbero casa sulla via Nova, in contrada San Giacomo (ce­duta da Ippolito ad Alessandro Brugiotti, avendone in permuta un palazzetto a Ponte Tremoli) e sepoltura in S. Faustino; furono proprietari anche di una villa detta Buon Respiro, portata in dote da Cateri­na, figlia di Ippolito, allo sposo Francesco Giusep­pe Jacobuzi di Vallerano (1652).

BIBL. – Angeli 2003, pp. 175, 401-403, 805-806 (con com­pleto albero genealogico). Inoltre: Egidi 1912; Carosi 1990, p. 116; Bonelli 2001a.

[Scheda di Marina Bucchi – Ibimus]