Pettirossi (Casini Pettirossi) – Famiglia (Viterbo, secc. XVII-XIX)
Famiglia di mercanti di Viterbo dei secc. XVII-XVIII, aggregata nel 1727 al patriziato di quella città. Il membro più noto fu Giovanni Battista (Viterbo, 1611 – ivi, 11 luglio 1677), figlio di Tommaso. Mercante all’ingrosso di lana e seta, ebbe fondaco in via la Calzoleria Nuova, presso piazza delle Erbe, e giunse a cospicua ricchezza, aumentata dall’eredità lasciatagli nel 1667 da Domenico Pietosi. Fece perciò ristampare, a sua «divotione», la Vita e miracoli della gloriosa s. Rosa di Viterbo, poemetto in ottava rima del Pietosi (Viterbo 1675).
Beneficò in tutti i modi i Carmelitani Scalzi di Viterbo, dapprima costruendo e decorando la cappella di S. Andrea Accorsini nella chiesa della Madonna del Carmelo fuori porta Pianoscarano (1646), poi finanziando la costruzione della volta e della facciata della chiesa dei SS. Teresa e Giuseppe (1675), infine lasciando in testamento un legato di ben 14.000 scudi ai Carmelitani per finire i lavori, per cui la chiesa e il convento furono quasi interamente rifatti e aperti al culto nel 1694.
Poiché dalle prime nozze con Lorenza Resta e dalle seconde (1674) con Vittoria Menicozzi non ebbe prole superstite, lasciò erede il fedele commesso Bartolomeo Casini, con l’obbligo di assumere il cognome Pettirossi. Con il medesimo testamento, istituì un fondo annuale di 100 scudi per doti a quattro zitelle da estrarre tra le famiglie della Compagnia della Cella.
Fu sepolto nella chiesa carmelitana da lui beneficata. Suo erede e successore fu dunque Bartolomeo Casini (1645-1702), che fin da ragazzo aveva lavorato come commesso per Giovanni Battista; discendeva da una famiglia di origine toscana, documentata a Viterbo dal tardo Cinquecento; i Casini, chiamati «ortolani», erano in realtà agiati mercanti di frutta e verdura. Bartolomeo e i suoi successori abbandonarono il proprio cognome e assunsero quello dei Pettirossi. In onore del suo benefattore, Bartolomeo chiamò Giovanni Battista il figlio avuto dalle nozze con Amatilde Cerrosi; questo Giovanni Battista junior (1699-1778) ottenne l’ascrizione alla nobiltà viterbese, fu senatore del Comune (1728) e agente in Viterbo del re delle Due Sicilie (1748).
Suo figlio Filippo (1721-1804) fu sacerdote e canonico della cattedrale. Nella sorella di Filippo, Giacinta (17291812), si estinse il cognome Pettirossi. Eredi dei beni furono i figli che Giacinta aveva avuto dal marito Valentino Savini. I P. ebbero palazzo in parrocchia di S. Sisto, di fronte alla chiesa della Pace, poi passato ai Savini, e sepoltura nella cappella da loro fatta costruire nella chiesa dei SS. Teresa e Giuseppe. Arme: troncato: nel 1o d’oro ad uno scudetto di verde, caricato di una croce patente d’argento e cimato da un pettirosso al naturale (Pettirossi); nel 2° di verde, a due scettri d’argento posti in croce di S. Andrea e sormontati da un giglio dello stesso (Casini).
BIBL. – Angeli 2003, pp. 399-400, 804 (con albero genealogico). Inoltre: Marocco, XIV, p. 62; Rhodes 1963, p. 152; Signorelli 1968,. pp. 187-188; Carosi 1990, pp. 184, 298, 304.
[Scheda di Marina Bucchi – Ibimus]