Tignosi – Tignosini – Famiglia (Viterbo, Secc. XII-XVII)

I Tignosini furono aggregati al patriziato viterbese nel 1425, i Tignosi nel 1437 ma la storia di questa famiglia e la storia di Viterbo si sono intrecciate già dal secolo XII; Tignoso di Landolfo consolida la presenza della famiglia nel quartiere di San Lorenzo e comincia la sua espansione al di fuori della Città, così come contemporaneamente stavano facendo i loro eterni rivali, i Gatteschi. Il capostipite può essere considerato Offreduccio di Valcena vivente nel 1119 e padre di Tedelmario e di Landolfo. Da Landolfo erano nati Enrico e Tignoso. Questi, che aveva sposato Maria dei signori di Soriano, fece parte della militia cittadina e fu il primo ad avere il titolo di dominus. I suoi discendenti portarono avanti il nome della famiglia (che nel tempo diventerà Tignosini) fino alla metà del Seicento. Nel 1248 il Comune di Viterbo si insediò nel Palazzo che i Tignosi avevano in Piazza Sant’Angelo e quegli edifici ristrutturati divennero la sede del Podestà sull’area dove oggi sorge il Palazzo della Prefettura. La storia del XIV e del XV secolo è piena delle gesta della famiglia, dei suoi contrasti con i Di Vico e poi con gli esponenti della famiglia Gatti. Con il XVI secolo troviamo Galeazzo di Palino che ebbe come figli Ottavio e Palino; il primo intraprese la carriera delle armi e fu tra i condottieri di Bartolomeo di Alviano; il secondo si sposò con Pantasilea Del Mafro ed ebbe diversi figli tra i quali Bernardino che fu Priore e Conservatore di Viterbo e poi fu amministratore dell’Ospedale comunale nel 1575. Anche suo figlio Palino fu Priore e Conservatore nel 1587; contrasse matrimonio con Clelia Tignosini senza discendenza. Fratello di Bernardino fu Mariano che fu rettore delle chiese di Montalto nel 1556 mentre altri fratelli furono Flaminio, Cesare, Nicola. Da Nicola che aveva sposato Ortensia Mariotti derivarono Ascanio, Cesare e Adriano. Da Galeazzo e Giulia Verreschi derivarono Tiberio, Volunnio e Gabriele che sposò Silvia Attavanti dalla quale ebbe Ottavio che fu dottore in utroque iure ed esercitò prevalentemente a Roma, Girolamo che fu agente del Vice doganiere della Provincia del Patrimonio; Girolamo sposò Venere Cordelli e con i suoi successori ebbe fine questo ramo della famiglia.  

Il ramo che aveva fatto capo al notaio ser Fredo di Vanni (che si firmava sempre ormai Tignosini) ebbe tra i suoi discendenti numerosi notai e uomini di legge e importanti ecclesiastici che furono rettori di chiese e canonici a Viterbo nel XVI secolo come Alcide Tignosini, Felice Tignosini e Giulio Tignosini.

Da Michelangelo, altro figlio di ser Fredo, derivarono speziali che furono anche magistrati a Viterbo. Molte delle donne si fecero religiose come le figlie di Antonio di Francesco che aveva sposato Caterina Berretta che si chiamavano Potenziana, Clemenza e Maddalena mentre l’altra loro figlia Beatrice sposò il 10 aprile 1640 Giovan Francesco Romanelli (v.).

Alla metà del secolo XVII il declino inarrestabile della illustre e facoltosa famiglia dei Tignosini poteva dirsi compiuto. La loro originaria abitazione era stata sul Colle del Duomo ma poi avevano avuto case in contrade diverse. La tomba principale era nella cattedrale di S. Lorenzo davanti all’altare dei santi Pietro e Paolo.

BIBL. e FONTI – Cedido, Archivio della cattedrale di San Lorenzo, “Registro dei morti”, passim.  N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2003, p. 520-525.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]