Maestranze locali, sec. XIX, Tabernacolo, marmo
Il Tabernacolo occupa l’altare del Santuario del SS. Crocifisso di Castro
La visita pastorale del 1888 riporta: In visitatione Ecclesia Ruralis in qua magna veneratione colitur Ss.mi Crucifixi Imago Prodigiosa hoc decretum est: SS. tabernaculum intus vestiatur panno albi coloris: et in sede Confessionali apponatur Tabella Casuum Reservatum tum ex Const. Apostolicae Sedis tum ex Diocesano Istituto[1].
Il nuovo tempio è stato da poco edificato (nel 1861 la costruzione viene definita ancora da terminare[2]) per sostituire la precedente edicola ormai fatiscente che ospitava l’Immagine del Crocifisso (eretta nel 1747[3]).
Il tabernacolo è un elemento da sempre presente sull’altare e indispensabile per la celebrazione liturgica. Sembra tuttavia ancora abbastanza trasandato e poco curato.
Nel 1894 il vescovo dispone che si provveda a realizzare: la fodera, la croce interna, il canopeo, ed una chiavetta almeno inargentata per il Tabernacolo.
Nel 1940 viene dichiarato il costo di 45 lire in conto a Peruzzi Giuseppe per la fodera in zinco del nuovo ciborio[4], probabilmente lo stesso costruito nell’altare edificato l’anno precedente per il SS. Crocifisso.
Ancora oggi il tabernacolo è il cuore vivente di ciascuna chiesa. Il Messale Romano del 1970 raccomanda che il tabernacolo in cui si conserva la santissima Eucaristia sia collocato in una cappella adatta alla preghiera e all’adorazione privata dei fedeli. Se però, data la struttura particolare della chiesa e in forza di legittime consuetudini locali, tale sistemazione non è possibile, il Santissimo viene collocato sull’altare o in posto d’onore e debitamente ornato.
[1] Cedido, Archivio storico vescovile di Acquapendente (ASVA), Visita pastorale 1888, fsc. Ischia di Castro
[2] Archivio Apostolico Vaticano, Relationes ad limina 1861, imm. 356v.
[3] M. Brizi, SS. Crocifisso di Castro: storia e devozione, Ed. BiEmme, …
[4] Cedido, ASVA, Serie amministrazione delle parrocchie, sottoserie Ischia di Castro, fsc. Santuario SS. Crocifisso, libro di amministrazione 1933-…, c. 31v.
[Scheda di Elisa Angelone – Cersa]