Giarda, Cristoforo (al secolo Pietro Antonio) – Vescovo (Vespolate, 21 set. 1595 – Monterosi, 19 mar. 1649).
Era nato a Vespolate presso Novara il 21 settembre 1595 ed era stato battezzato con il nome di Pietro Antonio. Entrato tra i Barnabiti nel 1612 prese il nome di Cristoforo perché il suo progetto era di portare Cristo agli eretici (egli pensava ai protestanti dei Cantoni svizzeri). Venne ordinato sacerdote a Lodi il 14 marzo 1620 e andò ad insegnare per tre anni in un collegio barnabita in Francia. Tornato a Milano, ricevette l’incarico di docente presso il collegio di Sant’Alessandro dei Barnabiti. In questi anni pubblicò le opere che lo accreditarono anche presso la curia romana: Apis religiosa: opusculum in tres libellos distributum, in quibus perpetua cum Apis, tum religionis contentione religiosae vitae ratio tanquam in naturae speculo breviter ostenditur (Mediolani, apud Ioan. Bapt. Bidellium, 1625), densa meditazione sulla vita religiosa scritta in occasione del giubileo del 1625 e dedicata al papa Urbano VIII Barberini, e Bibliothecae Alexandrinae icones simbolici (Mediolani, ex typographia Hered. Melchioris Malatestae 1626).
Nel 1626 si trasferì a Bologna e poi a Roma, dove fu preposto delle chiese barnabitiche di S. Paolo alla Colonna e poi di S. Carlo ai Catinari; fu quindi provinciale della Congregazione mentre era impegnato anche in alcune Congregazioni romane. Nel 1644 l’ascesa al soglio pontificio di Innocenzo X favorì la carriera ecclesiastica del G., cui venne affidato l’incarico di promuovere la canonizzazione di san Francesco di Sales, sul quale scrisse in collaborazione con l’abate Gabriele de Besançon il Compendio della vita del venerabil servo di Dio monsignor Francesco di Sales (Roma, Filippo de’ Rossi, 1648). Il 25 apr. 1648 il G. fu nominato vescovo di Castro, diocesi modesta e inoltre interessata da un annoso contrasto tra i Farnese, feudatari del ducato, e il papato, che era già scaturito nella cosiddetta prima guerra di Castro (1641-1644) e che in quel periodo vedeva un riaccendersi delle ostilità tra Ranuccio Farnese, duca di Castro, e la Camera Apostolica in ragione di un’antica e mai sanata morosità della casata.
Ritenendo inaccettabile l’intromissione del papa nelle vicende del ducato dato che in precedenza i vescovi erano stati scelti per via di accordi tra la curia romana e i duchi di Castro, Ranuccio impedì al G. di fare ingresso nella diocesi, e dunque il vescovo poté prenderne possesso solo perspectum , inviando in sua vece il canonico Carlo Grossi; intraprese il viaggio verso Castro su intimazione del papa il 18 marzo del 1649, ma venne gravemente ferito da quattro colpi di archibugio sparati da due uomini reclutati dal castellano di Castro, Sansone Asinelli forse su suggerimento del ministro di Ranuccio, il marchese Jacopo Guafrido. L’agguato era avvenuto in territorio pontificio, lungo la via Cassia nei pressi di Monterosi e il G., dove spirò il giorno successivo.
Deposte nella chiesa di Monterosi, le sue spoglie vennero traslate dopo nove giorni a Roma e tumulate nella chiesa di S. Carlo ai Catinari. In ragione dell’accaduto, Innocenzo X emise la scomunica contro gli assassini e i mandanti e ordinò l’assedio della cittadina, che espugnò il 2 sett. 1649 e che fece radere al suolo. Il pontefice provvide a trasferire, con la bolla In supremo militantis Ecclesiae throno del 13 sett. 1649, la sede vescovile da Castro ad Acquapendente, già appartenente alla diocesi di Orvieto, e nella chiesa del S. Sepolcro, dichiarata cattedrale, fece collocare la cattedra, le reliquie e le suppellettili sacre che erano state rimosse da Castro. I Barnabiti considerarono il G. un martire ma la sua morte non portò a manifestazioni pubbliche che avrebbero potuto avere come conseguenza l’inimicizia della potente famiglia dei Farnese.
Bibl.: D. Busolini, voce Giarda Cristoforo, in Dizionario biografico degli italiani, Volume 54, Roma 2000; M. Bucchi, voce Giarda Cristoforo in Dizionario storico biografico del Lazio, Volume II, Roma 2009; F.M. Annibali, Notizie istoriche della casa Farnese…, Montefiascone 1817, pp. 72-70; R. Luzi, Storia di Castro e della sua distruzione, Castro 1987; N. Costantini, Memorie storiche di Acquapendente, Acquapendente 1982.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal