Farnese, Costanza – Nobildonna (Roma, ca. 1500 – ivi, 23 mag. 1545).
Figlia del cardinale Alessandro, poi pontefice con il nome di Paolo III, secondo alcune fonti la madre era Silvia Ruffini, anconetana di nascita. Dopo di lei la coppia ebbe tre maschi, Pier Luigi, Paolo e Ranuccio. Costanza sposò nel 1517 Bosio Sforza, conte di Santa Fiora, da cui nel nov. 1518 ebbe il primo figlio, Guido Ascanio. In seguito ne nacquero altri nove, cinque maschi (Sforza, Carlo, Mario, Alessandro, Paolo) e quattro femmine (Francesca, Giulia, Camilla, Faustina). Prima dell’elezione pontificia del padre, visse con lui nel palazzo Farnese di Roma e i figli furono educati nei possedimenti di famiglia a Gradoli, Capodimonte e Santa Fiora. Dopo la salita al soglio pontificio del padre, si fece edificare un palazzo in via Giulia. Ricevette il possesso di Puzzolo e il 14 gen. 1543 le fu conferito il governo a vita di Bolsena e il possesso della rocca; secondo alcune fonti già reggeva San Lorenzo, Montefiascone e Acquapendente. A Bolsena si adoperò per i lavori di costruzione del palazzo e fece costruire una balaustrata nella chiesa sotterranea di S. Cristina.
Dal 1540 ricevette numerosi donativi in denaro dal padre. Poco dopo l’elezione paterna, il 18 dic. 1534 il primogenito Guido Ascanio fu nominato cardinale e, alla morte della madre, divenne protettore e governatore perpetuo di Bolsena. Costanza rimase vedova nel 1535, e l’amministrazione familiare passò al figlio Sforza, sposato con Luisa Pallavicino, moglie in precedenza di Cagnino Gonzaga, la quale possedeva una consistente dote, comprensiva dei territori di Torchiara e Felino (Parma). Tutti i figli di Costanza ebbero cariche importanti. Le figlie sposarono membri di famiglie aristocratiche: Francesca sposò Girolamo Orsini, Giulia Sforza Pallavicini, Camilla Ferrero Fieschi Besso, marchese di Masserano, Faustina Muzio Sforza, marchese di Caravaggio.
C. favorì anche la carriera del fratellastro Tiberio Crispo, eletto cardinale nel 1544; quest’ultimo dal 1553 ricoprì la carica di governatore del Patrimonio e nel 1559 continuò l’edificazione del palazzo di Bolsena (oggi Cozza-Luzi), facendo inoltre costruire la Porta Fiorentina e quella su piazza S. Francesco, entrambe di peperino rosso.
C., ambiziosa e filo imperiale, ebbe molta influenza nell’ambito della Curia romana. Fu membro della Compagnia della Grazia che si occupava delle convertite di S. Marta, eretta da Paolo III il 16 feb. 1543; aderivano all’iniziativa prestigiose aristocratiche, come Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, e Girolama Orsini, moglie di Pier Luigi Farnese.
BIBL. – Cozza 1856; Tacchi Venturi 1905, I/II, p. 306; Dottarelli 1928, pp. 407-409; Soragna 1942; Fagliari Zeni Buchicchio 1979, pp. 54, 56, 59, 72; Roberto Zapperi in DBI, 45, pp. 81-82; Andretta 2000a, p. 400.
[Scheda di Barbara Scanziani – Ibimus]