Bellatreccia Bernardino – Sacerdote, poeta (Bagnaia, 16 mar. 1806 – ivi, 20 mag. 1870).
Compiuti gli studi nel seminario di S. Salvatore Maggiore in Sabina, fu inviato in Velletri come maestro di eloquenza in seminario, rivestendo l’incarico dal 1833 al 1840. Qui fu canonico e cantore nella cattedrale e membro dell’Accademia Letteraria Volsca, dove lesse versi in adunanze (che sono andati perduti) tra cui l’8 ago. 1833 L’amor patrio e il 2 feb. 1837 per Gregorio XVI.
Dal 1838 fu Nicostrato Sinopense in Arcadia, dove è conservato il suo inedito Dell ‘apologo, ma due anni prima aveva edito il suo Saggio sulle grazie di stile nel «Giornale Arcadico»; in Urbe fu anche membro dei Quiriti. Nella sua permanenza in Velletri, nel 1838 fu stampata per i tipi di Ercole la sua ode Il ritratto scritta in occasione delle nozze tra Giacinta Landi Vittori nobile di Cori e don Luigi Fioroni, ma vi compose anche inni sacri per feste ecclesiastiche, canti per la Madonna delle Grazie, a sant’Antonio abate, al Crocifisso.
Data 4 set. 1839 da Viterbo il suo inedito De arte lapidaria et numismatica; qui lesse Elogio del reverendissimo padre Luigi da Bagnaja (Roma, nella tipografia del Commercio alle Convertite, 1846). Nel 1849 fu invitato dal cardinal D’ Andrea, segretario del commissariato in Umbria e del Patrimonio; risiedette in Perugia. Ritiratosi, si dedicò agli studi, ma fu chiamato quale maestro nelle scuole di Vetralla poi di Civitavecchia e per cinque anni di Viterbo. Si ritirò nel 1862 anche per motivi di salute; due anni dopo un suo commento al poema Le notti vaticane di F. Massi uscì nel «Giornale Arcadico». Intanto proseguì gli studi, in particolare su Dante (fissato nel 1840 un suo discorso relativo nell’Accademia Volsca); scrisse Manifestazioni spiritiste intorno al cattolicesimo di Dante nelle sue relazioni con Dio e con la civile società per il sesto centenario nel 1865, inviato al periodico «Stella dell’Umbria» che lo pubblicò parzialmente causa chiusura, poi edito a sua insaputa in Milano; nel 1912 questo testo fu divulgato a cura di Enrico Celani in Città di Castello (Ed. S. Lapi) in una serie d’opuscoli danteschi, introdotto da una biografia.
Suoi inediti erano in famiglia, tra cui anche una Divina Commedia con sue note.
BIBL. – Magni 1921, p. 13; Zani 2005, pp. 22-23.
[Scheda di Corrado Zani – Ibimus]