Bussi, Antonio Domenico – Militare (Viterbo, 1650 – 8 marzo 1719).
Figlio di Giovanni Battista e di Eleonora di Marsciano, fu battezzato il 22 giugno 1650 e fin da ragazzo prese parte ad azioni militari. Combatté nella guerra di Candia sotto il comando di Giovanni Francesco Villa, rimanendo ferito il 5 ago. 1667. Tre anni dopo fu ordinato cavaliere dell’Ordine di Malta (13 ag. 1670), nel quale divenne commendatore di S. Maria in Carbonara di Viterbo, di Orte e loro annessi; dal 1676 fu al servizio della marina pontificia, percorrendovi una lunga carriera fino al comando supremo. Nel 1684 prese parte alla campagna di Levante al comando della galera S. Benedetto, partecipando alla conquista dell’isola di Santa Maura e della fortezza di Prevesa; due anni dopo, sotto il comando di Camillo Ferretti, prese parte alla conquista di Navarino, Modone e Nauplia concludendo con l’assedio e conquista di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia.
Nel 1689, in sostituzione dello stesso Ferretti, fu nominato da Alessandro VIII governatore della squadra pontificia che l’anno successivo, affiancata dalla flotta veneta di Girolamo Cornaro, costrinse i Turchi ad abbandonare Malvasia e, dopo le ulteriori conquiste di Canina e Valona in Albania, a ritirarsi a Durazzo. Nel 1694 il B. ebbe un ruolo di rilievo nella conquista di Scio (Chio) ottenendo la capitolazione dell’isola (15 sett. 1694); nel giugno dell’anno successivo avvistò presso Santa Marinella un vascello algerino munito di quaranta cannoni, che catturò dopo un cruento scontro e condusse a Civitavecchia, donandone il pennone alla chiesa di S. Maria della Quercia di Viterbo, dove esso è ancora visibile all’ingresso della sagrestia e tenendo per la villa di famiglia il fanale di bordo.
Ultima impresa di B. in Levante, fu la battaglia nel mare Egeo contro la flotta turca di cinquantadue navi comandate da Assan Pascià detto «Mezzomorto». Ottenne piena vittoria e l’ammiraglio nemico fu costretto a chiudersi a Smime, lasciando B. padrone del mare. In ricompensa di tante onorevoli campagne, Innocenzo XII lo nominò castellano della fortezza di Ferrara; trasferito per motivi di salute al comando di Forte Urbano (Modena), vi si trovava quando gli Austriaci assediarono il luogo (1708). Si conserva di lui nella villa Bussi di Viterbo un bel ritratto di pittore ignoto databile al 1685 circa.
BIBL. – Coretini 1774, p. 154; Bonazzi di Sannicandro 1897, I, ad nomen; Valori 1943, pp. 61-62; Signorelli 1968, p. 77; Salvatore Bono in DBI, 15, pp. 562-563; Angeli 2003, pp. 79-80.