Castiglioni, Giovanni – Cardinale (Ischia di Castro, 31 gen. 1742 – Osimo, 9 gen. 1815).

La famiglia Castiglioni di Ischia di Castro discendeva dalla nobile famiglia milanese che aveva dato alla Chiesa un papa nel sec. XIII (Celestino IV, nato Goffredo di Castiglione) e quattro cardinali; la famiglia, estinta in Ischia di Castro, proseguì nel ramo di Farnese. Giovanni, figlio di Fabio e di Rosalinda Pazzaglia, fu tenuto a battesimo il 6 feb. 1742 dal parroco Silvio Pazzaglia con i nomi Giovanni, Giacomo, Domenico Maria, ed ebbe come padrino monsignor Giacomo Filippo Consoli, vescovo di Germanopoli e amministratore della cattedrale di Acquapendente e come madrina la nobile viterbese Vittoria Tozzi.

Compì a Roma un brillante corso di studi in legge e in teologia. Divenuto sacerdote, fu apprezzato oratore latino, teologo e canonista, membro dell’Accademia della Sapienza. Resta la sua orazione latina De Romana cathedra beati Petti (Romae, excudebat Generosus Salomoni, 1773). La vasta cultura e le doti letterarie e morali gli fecero ottenere la prelatura, con la nomina a referendario di Segnatura (25 gen. 1781). In seguito fu scelto dal papa Pio VI come presidente del Collegio Germanico-Ungarico, poi come segretario della Congregazione del Buon Governo (ante 1787), esaminatore dei vescovi (30 ott. 1795), commendatore dell’Ospedale di S. Spirito (1796, carica poi toltagli dal governo repubblicano) e canonista della Penitenzieria Apostolica. Pio VII lo nominò anche membro della Congregazione speciale per gli affari ecclesiastici (28 luglio 1800), con il delicato incarico di esaminare il concordato con la Francia. C. fu anche uno dei fondatori dell’Accademia di Religione Cattolica (4 feb. 1801).

Pochi giorni dopo il papa lo creò cardinale riservandolo in pectore (23 febbr. 1801). La nomina fu resa pubblica due anni dopo (18 gen. 1803), con l’assegnazione del titolo di S. Maria in Dominica (28 marzo 1803) e del protettorato sull’Accademia Teologica della Sapienza. Il suo cardinalato fu acclamato ad Ischia con una festa popolare che si protrasse per alcuni giorni. Fu membro delle Congregazioni cardinalizie del Concilio, dei Vescovi, dei Riti, dell’Indice e del Buon Governo (in quell’ufficio ebbe modo di favorire la sua terra natale); inoltre prefetto e vi­sitatore dell’Ospizio degli esposti di Viterbo. Durante l’assenza del cardinale segretario di Stato Leonardo Antonelli, inviato a Parigi per l’incoronazione imperiale di Napoleone, lo sostituì nell’ufficio (nov. 1804-mag.1805). Fu infine nominato vescovo di Osimo e Cingoli (11 gen. 1808). Dopo essere stato consacrato il successivo 31 gennaio dal cardinale Carlo Crivelli, si recò a Osimo per prendere possesso della diocesi. Ivi morì sette anni dopo e fu sepolto nella cattedrale di Osimo. Nel corso della sua carriera ecclesiastica, pur fedele al papato, seppe mantenere buoni rapporti con la Francia e con Napoleone che lo stimò e gli conferì un’alta onorificenza.

BIBL. – HC, VII, p. 9, 46, 98; Stendardi 1969, pp. 141-146; Piolanti 1977, p. 75; Boutry 2002, p. 341 (con bibl. E riferimento alle fonti d’archivio); Miranda 2008, ad vocem.

[Scheda di Orietta Sartori – Ibimus]