Costantini, Dante (detto “Pizzeccacio”) – Ambulante, commerciante (Viterbo, 21 lug. 1894 – Ivi, 3 giu. 1970)
Figlio di Giacomo (detto Jachella) e di Francesca Sanetti, rimase orfano di madre presto. Aveva la poliomielite e quindi fu riformato negli anni della Grande guerra. Fece il garzone in un “Vino e cucina” di Via dell’Orologio vecchio e poi si “mise in proprio”: d’inverno preparava e vendeva le caldarroste all’angolo di Via Teatro Genio e Via dell’Orologio vecchio e faceva affari in particolare con i frequentatori del cinema Genio. A Carnevale si trasformava in venditore di coriandoli e stelle filanti con un banchetto allestito alla meglio in Piazza delle erbe. Ma il suo vero business era d’estate quando tirava fuori dal magazzino il suo carrettino del gelato e, con quello che aveva imparato dal padre, girava per la città vendendo due tipi di gelato: quello alla crema e quello al limone, preparati utilizzando un rudimentale macchinario nel suo magazzino. In altri momenti dell’anno vendeva anche lacci e lucido per scarpe, bottiglie vuote, raccoglieva cicche per utilizzare il tabacco per i fumatori di pipa, venditore di giornali. Per diversi decenni fu un personaggio caratteristico della Viterbo storica, amato in particolare dai bambini. Dopo il 1966 si era ritirato nell’Ospizio di S. Carlo a Pianoscarano dove rimase sino alla morte.
BIBL. – S. Del Ciuco, Viterbo: storie della sua gente, Viterbo 1991, pp. 22-26.