Cozza Luzi, Giuseppe – Abate, erudito (Bolsena, 4 dic. 1837 – Roma, 1° giugno 1905).
Figlio di Lorenzo e di Teresa Battaglia, discendente di una nobile famiglia che nella seconda metà del sec. XV si era insediata nell’Alto Lazio, trascorse i primi 18 anni della sua vita religiosa nel monastero esarchico di Grottaferrata, che il priore Accorimboni aveva richiamato all’antico rigore ripristinando tra l’altro lo studio della lingua e della liturgia greca e istituendo dal 1850 un ginnasio per laici. Divenuto monaco a 18 anni, l’11 ott. 1874 il C. ebbe dallo Stato italiano il titolo di soprintendente della chiesa e del monastero di Grottaferrata, dichiarati monumento nazionale e affidati alla custodia dei Basiliani per evitarne la soppressione ordinata nel 1870, e l’anno successivo ne fu eletto abate.
Nel monastero ottenne la reintroduzione del rito greco integrale, e inoltre commissionò importanti interventi di restauro; il suo incarico ebbe termine nel 1882, anno in cui al C. (che dal 1873 era scriptor graecus della Biblioteca Vaticana) venne conferita la carica di vicebibliotecario di S. Romana Chiesa. Alla Vaticana, dove operò fino all’apr. 1902, curò le riproduzioni anastatiche del codice Vat. gr. 1209, stampato in due parti (Romae, ex Bibliotheca Vaticana, 1889-1890), del Vat. Gr. 2125, e le due ristampe del codice dantesco Urbin. lat. 365, con i bozzetti originali di Giulio Clovio (Romae, ex Bibliotheca Vaticana, 1893-1894). La sua più importante opera scientifica resta comunque la pubblicazione di alcuni frammenti della Geografia di Strabone (De più antico testo della geografìa di Strabone. Frammenti scoperti in membrana palinseste, Roma, M. Armanni, 1884-1898), scoperta dal cardinal Angelo Mai che però non ne comprese l’importanza; con lo stesso Mai il C. collaborò inoltre alla pubblicazione dei volumi VIII (Romae, ex Bibliotheca Vaticana, 1871) e IX (Romae, ex Bibliotheca Vaticana, 1888) della Nova Patrum Bibliotheca.
Studioso di cultura vastissima e di eterogenei interessi, il C. fu autore di numerosi contributi apparsi su vari periodici (tra cui «Il giornale arcadico di scienze, lettere ed arti», gli «Studi e documenti di storia e diritto», «Il Bessarione», «Il Muratori», «La Scienza e la Fede»), dove scrisse su temi disparati, non sempre con rigore scientifico né con sistematicità, fornendo anche importanti contributi alla storia locale, come attesta tra l’altro la fondazione della Società storica volsiniense (1886), finalizzata allo studio del passato attraverso ricerche d’archivio e scavi archeologici. Promotore nella sua città di nascita della fondazione della chiesa parrocchiale del Redentore, il C. fu autore di studi sull’abbazia di Grottaferrata (Documento Romano-Tuscolano dell’anno 1140 per la badia greca di S. Maria di Grottaferrata, Roma, Tip. V. Salvucci, 1898; Panegirico di San Nilo fondatore della badia di S. Maria di Grottaferrata, Roma, Tipografia sociale, 1903), oltre che di saggi storico-archeologici su Bolsena (L’ antico ciborium dell’ ipogeo di Bolsena, s.l., s.n.; Tommaso l’Aquinate a Bolsena ed Orvieto: commemorazione nel sesto centenario del duomo orvietano, Roma, M. Armanni, 1891; La tomba di un neofito orfanello nelle catacombe di Bolsena, Roma, Tip. Polizzi & Valentini, 1902).
Deceduto nel suo palazzo di Bolsena, lasciò in eredità la croce pettorale e altri oggetti preziosi alle chiese della sua città, dove gli è intitolata la biblioteca comunale.
BIBL. — Vittorio Peri in DBI, 30, pp. 547-551; Croce 1995; Parenti – Velkovska 1998; Quattranni 1999.
[Scheda di Gabriella Spigarelli – Fgb]