Cozza, Lorenzo, o.f.m. – Cardinale (San Lorenzo Vecchio, Bolsena,  31 mar. 1654 – Roma, 18 gen. 1729).

Figlio di Lorenzo, di origine parmense, e di Ludovica Valeri, appartenente a una famiglia patrizia di Bolsena, venne battezzato con il nome di Simone; compiuti i primi studi a Bolsena, nel 1668 entrò nell’Ordine dei Minori Conventuali presso il convento della SS. Trinità di Orvieto, professando i voti l’8 apr. 1670 e assumendo il nome di Lorenzo. Passato al convento di S. Maria della Consolazione a Caprarola, dove intraprese gli studi di filosofia, fu poi tra il 1672 e il 1674 a Roma in quello dell’Aracoeli; quindi si trasferì a Napoli, dove divenne lettore di filosofia (1676-1679) nel convento di S. Diego, e successivamente a Viterbo, dove insegnò teologia avendo tra i suoi allievi Tommaso da Cori, e Roma, presso il convento dell’Aracoeli (1685).

Risalgono al 1688 circa i primi scritti teologici di C.: si tratta dei trattati De ecclesia e De primatu Petri che, insieme a un altro riguardante le controversie della fede, sono conservati in forma manoscritta nella Biblioteca Vaticana. Dopo avere svolto le funzioni di guardiano del convento del Paradiso di Viterbo (1691 ) e di definitore della Provincia (1695), il C. venne inviato in qualità di visitatore generale nelle provincie di Bosnia e Dalmazia, che in quegli anni erano attraversate da una grave crisi sociopolitica; compiuta nel 1697-1698 la visita della Provincia di Milano, egli fu eletto guardiano del convento dell’Aracoeli, e nel 1704 superiore della Provincia Romana e guardiano del convento del S. Sepolcro a Gerusalemme

In questo periodo il C. scrisse le opere Vindiciae areopagiticae (Romae, novis typis Georgii Plachi, 1702), dedicata a Clemente XI, Dubia selecta emergentia circa sollicitationem in confessione sacramentali, juxta apostolicas constitutiones ex probatis auctoribus digesta, atque discussa (Romae, typis Georgii Plachi apud S. Marcum, 1709), Commentarii historico-dogmatici in librum S. Augustini De haeresibus (Roma, typis Georgii Plachi, 1707-1717) che ne attestano la complessità di pensiero e la solida preparazione in campo teologico. Visitatore della Provincia di Genova nel 1707, nel 1709 fu nominato custode di Terra Santa e commissario apostolico; qui riuscì a dirimere il pressante problema di un possibile scisma dei Maroniti, che avevano deposto il patriarca Giacomo Evodio Esronita per eleggere al suo posto Giuseppe di Raifun, a pacificare i conflitti che opponevano vari ordini religiosi, in primo luogo Cappuccini e Francescani, e a ottenere l’unione a Roma del patriarca greco di Alessandria (1713).

Rientrato a Roma nel 1715, venne creato vicecommissario (1716) e successivamente ministro generale (1723) dell’Ordine; il 9 dic. 1726 Benedetto XIII gli conferì il titolo cardinalizio di S. Lorenzo in Panisperna, quindi il 20 gen. dell’anno successivo fu trasferito in S. Maria in Aracoeli.

Morì a Roma il 18 gen. 1729 nel convento di S. Bartolomeo all’Isola, e qui venne sepolto. Tra le sue altre opere occorre citare: Historia polemica de Graecorum schismate (typis Georgii Placho, prope S. Marcum, 1719-1720); Tractatus dogmatico-moralis De jejunio ecclesiastico in tres partes distributus: in quarum prima dogmatice examinantur ea, quae pertinent ad genus jejunii, in secunda veri de flatis jejunii temporibus pariter dogmatici agitur: in terna denique, moraliter dubia emergentia circa violationem ejusdem probatiis auctoribus accurati discutiuntur (Roma, ex typographia Georgii Plachi apud Sanctum Marcum, 1724); Viaggio del p, Lorenzo di S. Lorenzo in Siria e Palestina con tutto ciò che gli è accaduto in occasione di trovarsi in Gerusalemme, la relazione delle sue esperienze in Terra Santa, conservata in forma manoscritta nell’Archivio dell’Aracoeli e pubblicata solo nel 1899 a cura dell’abate Giuseppe Cozza Luzi («Bessarione», III 1899, pp. 22-61, 259-302).

BIBL. – Moroni, XVIII, pp. 166-167; HC, V, pp. 36, 283; Luisa Bertoni in DBI, 30, pp. 541-544.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus]