Pietro lo Giudice, 1446, Croce astile, metallo dorato (cm. 66×41), Celleno, chiesa di S. Donato, Sacrestia.

Nel 1436 a Pietro di Giovanni Anastasio di Viterbo detto Giudice, viene commissionata la realizzazione di una Croce astile processionale per la chiesa di S. Donato a Celleno.

L’opera presenta, al centro, la figura del Cristo a tutto tondo (aggiunta nel XVIII secolo) attorno alla quale sono quattro angeli in smalto traslucido. All’estremità dei bracci, entro formelle lobate, sono sbalzati i simboli degli evangelisti Luca, Giovanni e Marco; in basso è la figura a mezzo busto di s. Donato, eponimo della chiesa dalla quale la croce proviene. La figura di s. Donato è mancante del pastorale che doveva originariamente trovarsi alla sua destra.

Sul verso, al centro, è il Salvatore benedicente attorno al quale sono quattro serafini n smalto. Sulle formelle terminali dei bracci sono: a destra s. Giovanni, a sinistra s. Oculo, in alto la Vergine, in basso l’angelo simbolo di s. Matteo (Scalabroni).

L’originaria organizzazione iconica della croce è stata probabilmente modificata da arbitrari spostamenti. Una disposizione più consueta vedrebbe infatti le figure della Vergine e di s. Giovanni si lati del Crocifisso, e i simboli degli evangelisti sul verso della croce (Scalabroni).

L’opera si lega a Siena per la presenza degli smalti, anche se non è difficile il riscontro in opere abruzzesi, né sono innegabili certe tipologie ancora gotiche ed il ricorso a schemi quattrocenteschi e pacatamente classicheggianti (Scalabroni)

La figura del Cristo è un’aggiunta del secolo XVIII. Sull’asta è l’iscrizione in smalto “Judice aurifice d. Viterbo m. fecit del mese di decembre MCCCCXXXVI”.

La croce comparve all’esposizione di Orvieto del 1896. È stata esposta nel 1975 a Roma nella mostra Tesori d’arte sacra (Scalabroni).

Bibl. e fonti – Catalogo generale dei beni culturali, scheda F. M. Papi 1995, n. 12/00707138, Censimento Cei-OA, scheda n. … L. Scalabroni, Oreficeria viterbese tra gotico e Rinascimento, in: Il Quattrocento a Viterbo, Viterbo 1983, pp. 374-397.

[Scheda Elisa Angelone – Cersal]

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