Croce, Baldassarre – Pittore (Bologna, 1558 – Roma, 1628).

L’artista deve la sua fama e la sua notorietà esclusivamente a Roma dove si realizzò il suo linguaggio sotto il pontificato di Gregorio XIII, che aveva chiamato in Vaticano una folta schiera di suoi conterranei per promuovere una serie di cantieri che rinnovassero l’aspetto delle chiese e dei Palazzi Vaticani. Le notizie della sua vita sono riportate dal Baglione il quale scrive che «dalla Croce hebbe il suo cognome, e Baldassarre appellossi, e dalla virtuosa città di Bologna trasse i suoi natali. Venne egli a Roma nel Papato di Gregorio XIII in età giovanile, ma con qualche principio di pittura; e nella Galleria, e nelle loggie del Palagio Vaticano da quel Pontefice ornate, impiegò i suoi lavori, talché assai buon pratico ne divenne». La prima testimonianza su di lui si fa risalire agli anni 1576-1577, quando collaborò con Lorenzo Sabatini per la realizzazione dell’ala nord nel cortile di San Damaso in Vaticano; tra il 1580 e il 1583, fu annoverato nel numero degli artisti che parteciparono all’affresco della Galleria delle Carte Geografiche. Tra i pittori con cui fu chiamato a lavorare grande influenza esercitò su di lui Cesare Nebbia, con il quale si ritrovò fianco a fianco anche in S. Giacomo degli Spagnoli, dove poté conciliare le sue conoscenze bolognesi con i linguaggi manieristi romani del Nebbia, appunto, ma anche con quelli di Federico Zuccari; alla fine del 1583 fu attivo nell’oratorio del SS. Crocifisso in San Marcello, nel Sancta Sanctorum e nella Loggia delle Benedizioni a S. Giovanni in Laterano.

Nell’ultimo decennio del Cinquecento la sua attività si concentrò su più fronti che lo condussero anche nel Lazio; infatti nel 1592 gli venne commissionato il ciclo di affreschi per la Sala Regia del palazzo dei Priori di Viterbo, che costituisce un vero apax nel suo percorso artistico, poiché il pittore si era sempre occupato di soggetti sacri. Egli riprese nella Sala Regia il tema, già espresso in Vaticano, delle Carte Geografiche in un momento in cui questo genere aveva iniziato il suo percorso discendente, ma l’artista riuscì con padronanza prospettica e colorismo vivace a restare agganciato perfettamente ai modelli degli artisti del tardo manierismo romano. Nell’anno successivo fu presente nella navata centrale di Santa Maria Maggiore, dove «ristorate ha le storie della Presentatione della Madonna al Tempio» e realizzò il Transito di Maria con gli Apostoli. Eletto principe dell’Accademia di San Luca, lasciò scritta nel testa­mento la sua volontà di essere sepolto nella sua parrocchia di S. Maria in Via.

BIBL. – Fumagalli 1996; Bonelli 2001b; Priedl 2001.

[Scheda di Massimo Giuseppe Bonelli – Ansl]