Dasti, Luigi – Storico, politico, letterato (Corneto-Tarquinia, l ott. 1810 – ivi, 28 ago. 1888).

Primogenito di Giuseppe (di famiglia patrizia cornetana e maire di Corneto durante la dominazione francese) e della romana Marianna Pacelli, studiò per dieci anni al seminario di Montefiascone. Nel 1830, espulso dal seminario con altri trenta colleghi per aver organizzato in collegio delle squadre militari e inneggiato a Napoleone, raggiunse il padre a Forlì; Giuseppe Dasti, infatti, in seguito a un rovescio economico, era entrato nel 1825 nei ruoli dell’amministrazione pontificia, raggiungendo in breve l’incarico di direttore provinciale di polizia nelle Romagne. Nel 1831 quando scoppiarono i moti insurrezionali a Bologna e successivamente nelle Legazioni, egli, con gli altri rappresentanti pontifici, fu imprigionato dagli insorti e poco dopo rimesso in libertà.

Nonostante le difficoltà del momento e l’incertezza per la posizione del padre, gli anni romagnoli rappresentarono per il ragazzo un importante momento di maturazione culturale e politica; accanto agli studi di disegno si appassionò alla letteratura ed iniziò a scrivere. Per motivi di servizio Giuseppe Dasti fu trasferito nelle Marche, ad Ascoli e poi a Pesaro; Luigi entrò a sua volta nell’amministrazione pontificia come minutante nella direzione di polizia. Nel periodo pesarese strinse rapporti di amicizia con la famiglia Mamiani e, a partire dal 1835, iniziò a pubblicare commedie e ro­manzi nei quali, accanto a spunti retorici e incertezze tipiche delle prime esperienze letterarie, trovavano posto richiami sempre più frequenti a sen­timenti di uguaglianza, di equità e di unità nazionale. Trasferito per ragioni d’ufficio in Umbria, nel 1847 fu chiamato a Roma al Ministero dell’Interno; ricoprì la carica di segretario nei ministeri Galletti, Mamiani, Fabbri e Rossi.

Alla restaurazione del governo pontificio dopo la parentesi repubblicana fu destituito dall’incarico (alcune tra le sue commedie incapparono nel 1850 nelle maglie della censura e non gli furono riconosciuti ai fini della pensione i diciotto anni di servizio prestati): fu costretto inoltre al domicilio coatto a Corneto dove rimase per dieci anni intento nella scrittura e nei suoi studi di agronomia. Si diede allora alla scrittura per il teatro, tanto da diventare «poeta drammatico» della compagnia Bellotti-Bon con opere teatrali rappresentate in molte città d’Italia e raccolte in due volumi nel 1864. Nel 1860 era riparato  in Piemonte; in ristrettezze economiche, accettò l’incarico di agen­te d’affari del principe Emanuele Ruspoli e di amministratore delle sue tenute in Moldavia, dove rimase fino al 1869. In quell’anno fece ritorno a Corneto, ma riprese la via dell’esilio prima a Firenze e poi a Livorno.

Caduto lo Stato Pontificio, fu reintegrato dal governo del Regno nel suo incarico amministrativo e fu eletto sindaco della sua città, presenziando il 7 genn. 1871 il primo consiglio comunale. Nonostante la forte opposizione, fu riconfermato nel mandato fino al 1885; le dimissioni, rassegnate nel nov. 1876, furono respinte, in riconoscimento della capacità di amministratore attento alle esigenze di una città che, al momento dell’uni­ficazione, mancava di servizi basilari quali scuole, acqua potabile, un’efficace organizzazione di nettezza urbana.

Al periodo del suo mandato risale anche l’impulso dato agli scavi archeologici della necropoli etrusca di Tarquinia dove promosse l’istituzione di un museo civico. Appassionato di archeologia e di storia patria, il D. nel 1878 aveva dato alle stampe la sua opera più importante Notizie storiche archeologiche di Tarquinia e di Corneto, pubblicata a Roma per i tipi de «L’Opinione» e poi ristampata nel 1911. La sua vasta produzione letteraria si compone per la maggior parte di romanzi: La ca­panna del vaccaio (1836), Carlo e Celestina (Pesa­ro, tip. Nobili, 1841) e opere teatrali, alcune delle quali rappresentate con buon successo.

BIBL –D. Spadoni in DR, II, p. 841; Ercole 1941-42, I, pp. 425-426; Caputo 1960, p. 66; Tiberi 1999, pp. 259-261, 270-272, 277-278.

[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri]