Giovan Francesco D’avanzarano – il Fantastico, 15 apr. 1512, Madonna col Bambino tra s. Marco e s. Bernardo abate, tempera su tavola cm. 180 (H), Viterbo, chiesa S. Marco ev., altare maggiore.

Posta sull’altare maggiore della chiesa di S. Marco evangelista a Viterbo, è opera di Giovan Francesco D’Avanzarano

Italo Faldi scrive: “La pala dell’altare maggiore con la Madonna in trono con san Marco e san Bernardo abate è l’opera più rilevante tra le pochissime del pittore finora identificate … mentre la parte centrale della tavola appare quale una faticosa esercitazione artigianale di grande povertà stilistica, che è indizio di una cultura di progressiva mummificazione, nelle figure dei pilastri e della predella (…) certo in rapporto al piccolo formato e al carattere dei soggetti, appaiono qualità non spregevoli di facile vena narrativa popolaresca, che deriva approssimativamente le sue forme dal Pastura, dall’Aspertini e dal Signorelli.

Nella predella sono raffigurate le storie di s. Marco:

Da sinistra: san Pietro approva gli scritti di san Marco. “Marco come fu collaboratore di Pietro nella predicazione del Vangelo, così ne fu pure l’interprete e il portavoce autorizzato nella stesura del medesimo e ci ha per mezzo di esso, trasmesso la catechesi del Principe degli Apostoli, tale quale egli la predicava ai primi cristiani, specialmente nella Chiesa di Roma” (santi e beati)

A seguire: La cattura e il martirio del santo. Nella zona di Alessandria Marco subì il martirio: fu torturato, legato con funi e trascinato per le vie del villaggio di Bucoli, luogo pieno di rocce e asperità; lacerato dalle pietre, il suo corpo era tutta una ferita sanguinante. Dopo una notte in carcere, dove venne confortato da un angelo, Marco fu trascinato di nuovo per le strade, finché morì un 25 aprile verso l’anno 72, secondo gli “Atti di Marco” all’età di 57 anni; ebrei e pagani volevano bruciarne il corpo, ma un violento uragano li fece disperdere, permettendo così ad alcuni cristiani, di recuperare il corpo e seppellirlo a Bucoli in una grotta; da lì nel V secolo fu traslato nella zona del Canopo. La chiesa del Canopo di Alessandria fu incendiata nel 644. Le reliquie di san Marco furono trasportate a Venezia nell’828 (santi e beati).

Nei pilastri le figure di: san Pietro, san Giovanni, santa Maria Maddalena (montante sinistro), san Paolo, sant’Alberto e sant’Elena (montante destro)

Iscrizione (in basso): AVE REGINA COELORUM MA;

Iscrizione (in fondo): S. MARCUS DIE XV AP L 1512 S BERNARDUS AB

Committenti: Nel 1511 Marco Anselmo, conciatore di panni, e Bernardino tornaro, santesi di S. Marco, si obbligano di pagare 30 ducati di carlini a Giovanni Francesco di Pietro Paolo Avanzarano per dipingere una tavola con le storie di S. Marco e, sopra, la Madonna col Bambino in braccio ed ai lati le figure di S. marco e di … S. Francesco

BIBL. – A. Carosi, Il Monastero di S. Salvatore del Monte Amiata e le sue chiese in Viterbo: S. Giovanni in Sonsa, S. Maria Maddalena, S. Marco, S. Maria delle Rose …, Viterbo 2000, pp. 54, 60.

Altro dal web: BeWeB, Catalogo beni culturali

[scheda di Elisa Angelone – Cersal]