De Giulij, Giulio – Stampatore (Varallo Sesia, 1670 circa – Viterbo, 21 mag. 1713)

Nato a Varallo Sesia intorno al 1670 da Giovan Battista, parente di quel Giovan Giacomo che era un tipografo vagante e che aveva operato in provincia di Vercelli sul finire del XVII secolo, arriva nella Tuscia prima del novembre 1699 quando i Priori di Viterbo scrivono a Roma al Maestro del Sacro Palazzo Apostolico per avere la patente per poter stampare a Viterbo a nome dello stesso Giulio e dei suoi compagni. Non si conosce la risposta alla lettera e allora Giulio ripiega su Montefiascone dove il cardinale Barbarigo aveva da poco aperto una stamperia nei locali del seminario: nel novembre 1700 esce una prima opera con il suo nome come stampatore. E’ probabile che per dissidi insorti con il Barbarigo e grazie all’appoggio del Segretario del Comune di Viterbo, Bernardino Peroni, il De Giulij, nel 1701 abbia avuto il permesso di insediare la sua stamperia in piazza del Comune. Esce così la prima opera che è la nuova edizione della Istoria della vita di S. Rosa di Pietro Coretini dedicata al cardinale Andrea Santacroce, vescovo di Viterbo. Il 7 gennaio 1703 viene nominato stampatore ufficiale della Comunità con l’obbligo di consegnare una copia di ogni libro stampato al Comune insieme con mille copie del sonetto che ogni anno si stampava in onore di santa Rosa e inoltre bandi, fide e bollettini ad uso del comune mentre poteva mettere in vendita i listini dei prezzi dei generi di consumo di osti macellai pizzicagnoli fornai. Il De Giulij sposa nel 1706 Lucrezia del fu Giuseppe Ciocchetti, vedova di Antonio Pacini, di una benestante famiglia viterbese.

Del suo lavoro, oltre a numerosi fogli volanti editi nei primi anni ci restano numerosi volumi di autori anche affermati o importanti a livello locale. Tra i suoi dipendenti vi fu Lorenzo Lari che divenne il suo uomo di fiducia al punto che al momento della sua morte, avvenuta il 21 maggio 1713 senza aver avuto figli, la vedova Lucrezia affidava a lui la prosecuzione del lavoro della stamperia. Il Lari manderà avanti la tipografia anche se il suo nome non comparirà mai al posto del De Giulij. Erede nominato da Lucrezia sarà il nipote Giovanni Battista, figlio di Pietro. La stamperia De Giulij resterà l’iunica presente a Viterbo fino al 1748 perché Giovanni Battista aprirà sì una sua bottega di stampatore ma a Iesi dove si era trasferito. Dal 1745 a sovraintendere alla stamperia sarà l’avvocato Giuseppe Ciocchetti, nipote di Lucrezia, che non si occuperà mai della bottega ma solo dei suoi affari che spesso saranno segnati da infortuni con la giustizia dell’epoca. La stamperia, in profonda decadenza, continuerà a lavorare saltuariamente libri fino al 1793.

Dalla stamperia De Giulij furono prodotte complessivamente 228 pubblicazioni, tra bandi, orazioni, componimenti poetici, pubblicazioni di circostanza per matrimoni, monacazioni, ma anche volumi di un certo rilievo come sinodi, libri di teologia e di morale, testi teatrali, raccolte di poesie, libri di devozione, testi agiografici e ricostruzioni storiche.

BIBL. – A. Carosi, Il Settecento (Annali della tipografia viterbese, IV), Viterbo 1997, pp 1-18 e passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]