Della Robbia, Andrea – Scultore (Firenze, 20 ott. 1435 – ivi, 4 ago. 1525).

Nipote dello scultore fiorentino Luca della Robbia, Andrea frequentò sin da giovanissimo la rinomata bottega che lo zio aveva impiantato nella loro casa di Firenze, in via Guelfa. Qui Andrea apprese l’arte della terracotta invetriata, celeberrima invenzione di Luca della Robbia, che il nipote seppe proseguire con successo e originalità una volta ereditata la bottega dello zio. Risalgono alla sua tarda attività le tre lunette, realizzate in terracotta invetriata, che sormontano gli altrettanti portali di S. Maria della Quercia presso Viterbo, importante santuario domenicano della congregazione di San Marco. Lavorò a tale commissione tra il 1507 e il giugno 1508, come attestano i documenti di pagamento, alcuni dei quali riportano il nome di fra Ambrogio, ovvero di Francesco, figlio di Andrea, domenicano in S. Marco e scultore egli stesso.

I rilievi sono comunque da considerarsi opera sostanzialmente autografa di Andrea. La lunetta centrale rappresenta la Madonna della Quercia col Bambino incoronata da angeli tra san Domenico e san Lorenzo (la testa di san Domenico è stata rifatta). Le lunette laterali raffigurano rispettivamente san Pietro martire a sinistra, e san Tommaso d’Aquino a destra, entrambi tra angeli adoranti. Nel Museo Civico di Viterbo è conservato il busto in terracotta non invetriata di Giovanni Battista Almadiano, protonotario e cappellano di Leone X. Il ritratto venne eseguito da D. per la chiesa viterbese di S. Giovanni dei Fiorentini, la cui ristrutturazione fu gestita dallo stesso Almadiano; D. ricevette il pa­gamento per la sua opera il 7 feb. 1510, come ri­sulta dai registri della chiesa. Nello stesso museo si trova inoltre una lunetta con Madonna e Bambino tra angeli, anch’essa proveniente dalla chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini, che non sembra però nel suo stile nonostante esista un documento di pagamento a nome dello scultore e datato 11 ott. 1509. Evidentemente la commissione venne interamente eseguita dalla bottega. Infine non sono da ritenere opera sua i lavori scultorei realizzati per la basilica di S. Cristina a Bolsena, come proponeva nel 1890 Paolo Zampi, in quanto si tratta del più importante intervento artistico operato da un allievo di Andrea, lo scultore Benedetto Buglioni.

BIBL. – Zampi 1890, pp. 3-15; Marquand 1922,1, pp. 164-­169, 173-174, II, pp. 238-239; Gabbrielli 1932; Faldi 1955; Guglielmi 1956, p 263; Aquilanti 1980, p. 93; Pope – Hennessy 1979, pp. 193-194; Pope – Hennessy 1986a, p. 218; Pope – Hennessy 1986b, p. 56; Giancarlo Gentilini in DBI, 37, pp. 253-268: 262-264; Ciprini 1995; Moschi 1995, pp. 10-13, 21, 23, 40, 45; Giancarlo Gentilini in Dict. of Art, 8, pp. 444-446; Domestici 1998, pp. 333-334; Muzzi 1998, p. 52; Petrucci 1998, p. 180.

[Scheda di Francesca Liuzzo – Ansl]