Egidi, Pietro – Storico, paleografo (Viterbo, 6 dic. 1872 – La Souche, Courmayeur, 1  ago. 1929).

Nacque da Salvatore e da Eurosia Giovannini e compì gli studi liceali a Viterbo. Si iscrisse in seguito alla facoltà di lettere dell’Università di Roma e fu allievo degli esponenti di spicco della scuola storica di impianto filologico. Dopo la laurea e il servizio militare, insegnò in alcuni istituti superiori del­l’Aquila, Arpino, Girgenti, Terni, Forlì e Napoli.

Già in quegli anni, sollecitato da Giuseppe Tomassetti, si soffermò sullo studio della milizia regionale romana in età comunale, pubblicandone i risultati nell’opera Intorno all’esercito del Comune di Roma nella prima metà del secolo XIV. Nel 1901 entrò a far parte della Società Romana di Storia Patria, allora presieduta da Ugo Balzani. Appartenne al gruppo degli allievi dello stesso Ugo Balzani e di Ernesto Monaci nella scuola storica presso la Regia Società Romana di Storia Patria, insieme a Pietro Fedele. Completò così la sua specializzazione in paleografia e filologia. Si dedicò ampiamente agli studi viterbesi, pubblicando le Croniche di Viterbo di frate Francesco d’Andrea, le Relazioni delle croniche viterbesi del secolo XV tra di loro e con le fonti, il regesto delle pergamene dell’XI-XIV secolo presenti nell’Archivio della cattedrale di Viterbo e infine la monografia Viterbo, pubblicata nel 1912 (Napoli, Perrella) dove l’interesse artistico diventa prevalente su quello più propriamente storico, a testimonianza dell’influenza che aveva avuto sulla sua formazione l’insegnamento di A. Venturi, autore della colossale Storia dell’arte italiana uscita negli ultimi decenni del XIX secolo.  Al territorio laziale appartiene anche la rigorosa ricognizione seguita dall’edizione dei Necrologi e libri affini del­la provincia romana. Nel primo decennio del sec. XX lavorò assiduamente sul fronte delle edizioni di fonti, con la pubblicazione di codici, reperti d’archivio e statuti. Alla storia della provincia romana appartengono anche gli studi sui due monasteri sublacense e viterbese: Storia del Monastero di Subiaco e L’abbazia di San Martino al Cimino presso Viterbo. Trascorso il periodo «romano», si accostò alla storia dell’Italia meridionale sotto il dominio angioino. In quegli anni videro la luce le opere Carlo I d’Angiò e l’abbazia di Santa Maria della Vittoria presso Scurcola e La politica del Regno di Napoli negli ultimi mesi del 1480, entrambe apparse nella rivista «Archivio storico per le province napoletane» fra il 1909 e il 1910.

Nel 1912 vinse il concorso per la cattedra di Storia moderna nel­l’Università di Messina, dal 1915 fu docente di Storia moderna all’Università di Torino, con un’interruzione di tre anni dovuta alla partenza per il fronte, esperienza questa che egli affrontò come volontario meritandosi poi la Croce di guerra ma della quale non fece mai parola in pubblico.  Fra il 1920 e il 1925 compì alcune missioni culturali all’estero, per conto del governo, in Palestina, a Corfù, a Copenaghen, a Rodi. Si era andato accentuando in questi anni il suo interesse per la storia economico-politica che si tradusse in alcuni saggi che riguardavano la popolazione e l’economia della società meridionale nel tardo Medioevo.

Nel 1922 pubblicò un primo bilancio della sua produzione e delle teorie storiografiche nella guida bibliografica La storia medioevale (Roma, Fondazione Leonardo per la cultura italiana) nella quale metteva in evidenza “la soggettività del lavoro storico, giustificando l’avvicendarsi di scuole diverse (come, nel caso che lo riguardava più da vicino, il prevalere dell’indirizzo economico-giuridico su quello filologico erudito) con la necessità avvertita da ciascuna generazione ‘di rifarsi la storia secondo quei sentimenti e quei concetti che per essa sono i più importanti’ (p. 36). Nel frattempo si era dedicato anche ad altro genere di studi, dalle Canzoni e cantilene popolari di Arpino (Viterbo, 1899) alle Memorie dell’orfanotrofio della Divina Provvidenza di Viterbo, (Viterbo 1903) a I disegni degli affreschi di Benozzo Gozzoli in SRosa di Viterbo (Perugia 1904)

Dal 1923 fino alla morte diresse e contribuì a rivitalizzare la «Rivista storica italiana». Dal 1927 si concentrò interamente sulla storia dei Savoia fra il XVI e il XVII secolo. Fu colto improvvisamente dalla morte, prima di riuscire a concludere la sua biografìa di Carlo Emanuele I. Uscì postuma l’edizione de Gli statuti viterbesi del 1237-38, del 1251-52 e del 1356.

BIBL. – Lemmi 1883; Chi è? 1928; Fedele 1928; Chabod 1929; Negri 929; In memoria 1931; Lemmi 1931; Canti­mori 1971; Firpo 1977; R. Pisano in DBI, 42, pp.301-­304; Pietro Egidi. Giornata di studi, Viterbo, 18 novembre 2015, a cura di M. Azzolini e M. Miglio, Roma, 2017.

[Scheda di Susanna Passigli – Msl; revisione di Luciano Osbat – Cersal]