Frezza, Giovanni Girolamo – Incisore (Canemorto oggi Orvinio, 1659 – Roma, dopo 1741)
Dalla Sabina si sposta a Roma dove impara l’arte del bulino e dell’acquaforte da A. van Westerhout. Le prime incisioni sono di soggetto religioso, poi si dedica alle monete antiche. Dal primo decennio del Settecento il Frezza, ormai in proprio, si dedica a incisioni tratte dalle opere dei maggiori maestri di tradizione classicista. Di questi anni sono le riproduzioni, su disegno di P. Ferloni, del ciclo degli affreschi del Domenichino e dell’Albani nel palazzo Giustiniani Odescalchi a Bassano di Sutri. Si dedicò successivamente alla produzione di incisioni per l’illustrazione di libri. Collaborò alle incisioni che, disegnate da G.S. Fietti, furono inserite nel volume di F. Bussi, Istoria della città di Viterbo (Roma, 1742) tra le quali “Porta Faul” (Piante e vedute di Roma e del Lazio, n. 4962), “Tomba della Bella Galliana” (Ivi, n. 4949), “Sepolcro di Clemente IV” (Ivi, n. 4951), “Sepolcro di Pietro di Vico”, “Sepolcro di Adriano V” (Ivi, n. 4950), “Sepolcro di Visdomino Visdomini” (Ivi, n. 4950), “Sepolcro di Giovanni XXI” (Ivi, n. 4948), “Sepolcro di Girolamo Landriani” (Ivi, n. 4950), e altri sepolcri e alcuni sigilli e stemmi che decorano quell’opera
BIBL. – P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservate nella Raccolta delle stampe e dei disegni. Castello Sforzesco, Milano, 1939, pp. 495-497; G. Milesi, Dizionario degli incisori, Bergamo, 1989, p. 154; DBI, vol. 50, pp. 516-518.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]