Giacomo II Ranieri – Vescovo (Viterbo, Sec. XIV-  Ivi, 12 lug. 1417)

Negli anni del Grande Scisma a Viterbo-Tuscania fu nominato un chierico viterbese, Giacomo di Giovanni Ranieri che prese possesso della sua Diocesi solo nel 1387 (la nomina era del settembre 1385). Nel 1389 dovette abbandonare la Città che si era schierata con l’antipapa, Clemente VII, che aveva provveduto a nominare un sostituto di Giacomo e aveva scelto Lucido di Nicosia, già vescovo di Adria  che resse Viterbo per quattro anni. Nel 1393 sia Viterbo che Tuscania ritornarono all’obbedienza del papa Bonifacio IX. E il vescovo Giacomo riprese a governarle attraverso l’aiuto di due vicari generali, Nicolò Fortebraccio a Viterbo e  Andrea di Puccio a Tuscania. Il suo rientro definitivo avvenne solo nel 1396; negli anni successivi il nostro territorio fu devastato da un’epidemia di peste che nella sola Viterbo provocò oltre 6000 morti e che il Giubileo indetto per l’anno 1400 non valse ad alleviare.

Le divisioni nella Chiesa giunsero sino al punto che vi furono per alcuni anni contemporaneamente tre papi che si combattevano e non solo con le “armi spirituali”. Viterbo e Tuscania si trovarono quindi talvolta ad obbedire a pontefici diversi con le conseguenze che si possono immaginare sulla vita della istituzione a livello locale.

Il vescovo Giacomo morì il 12 luglio 1417 dopo che si era ritirato a vivere nella propria casa dato che il Palazzo papale era divenuto fatiscente e inabitabile e le rendite del vescovado erano state decimate dalle contribuzioni forzate impedendogli quindi di provvedere ai necessari restauri.

BIBL. – “Catalogus episcoporum omnium Viterbij de quibus notitia haberi potuit ex varijs publicis scriptoris et diplomatibus”, p. 93-95 in CEDIDO, Biblioteca del Capitolo della cattedrale. G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. I, Viterbo 1907, pp. 438-449, Vol. II, parte I, Viterbo 1936, pp. 3-52; G. Giontella, Cronotassi dei vescovi della diocesi di Tuscania, in “Rivista storica del Lazio”, Anno V, n. 6 (1997), pp.  34-35; HC, vol. V, p. 532.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]