Goffredo (Gaufridus, Godefridus, Gotefredus) da Viterbo – Ecclesiastico, storico (n. Viterbo ca. 1125).

Le fonti dirette che lo riguardano sono piut­tosto scarse: nel 1169, insieme con il fratello Guarnerio e il nipote Ramberto, ricevette in beneficio da Federico Barbarossa il palatium che egli stesso ave­va costruito a Viterbo. Da alcuni cenni autobiografici si evince l’apprendistato culturale in Germania, dove probabilmente G. fu portato poco più che bambino, dopo essere stato affidato alla corte im­periale durante il suo soggiorno a Viterbo nel 1133. Cappellano e notaio del Sacro Palazzo con Corra­do III, Federico I Barbarossa ed Enrico VI, fu per molti decenni esponente di rilievo della cerchia sveva, autore di compilazioni storiche universali e di resoconti della politica imperiale.

La sua prima opera in versi fu lo Speculum regum (MGH, Scriptores, XXII, pp. 21-93), in cui è illustrata la genea­logia degli imperatori e dei re di Troia, dei Roma­ni e dei Germani fino a Pipino il Breve, cui seguì la Memoria seculorum o Liber memorialis (pubblica­to solo parzialmente: MGH, Scriptores, XXII, pp. 94-106), ampliata nel Liber universalis (MGH, Scriptores, XXII, pp. 307-334), in cui sono contenu­ti anche i Gesta Frederici (MGH, Scriptores, XXII, pp. 107-307), inclusi anche nel Pantheon, una sto­ria universale che racconta dalla creazione del mon­do fino al regno di Federico Barbarossa e che è una versione più matura delle opere precedenti. Il Pantheon ebbe diverse versioni e godette di grandissima fama durante tutto il Medioevo; a partire dal XVI secolo fu dato alle stampe e ristampato più volte anche dal Muratori e poi dal Waitz nei Monumenta Germaniae Historica (1872).

Nella copia del Pantheon conservata nella Biblioteca capitolare di Viterbo, risalente al XIV secolo,  il testo  è  decorato da 29 miniature che illustrano l’Epistola Alexandri, cioè la lunga lettera che secondo la tradizione Alessandro avrebbe scritto al suo maestro Aristotele per narrare le avventure occorse durante le sue spedizioni in Oriente. G. è anche autore dei Gesta Henrici VI (MGH, Scrip­tores, xxx, pp. 46-52).

BIBL. – Repertorium Fontium Historiae, V, pp. 169-171 ; ABI, I, 499; Cantelli Berarducci 1998, pp. 579-580; Gian Maria Varanini in DBI, 57, pp. 549-553; Fior di libro. Mostra di libri, carte e documenti delle collezioni della Biblioteca capitolare di Viterbo, Viterbo 2006, pp. 65-66.

[Scheda di Carla Vaudo – Srsp; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]