Grandori, Alceste – Sacerdote, Educatore (Viterbo, 9 gen. 1880 – Ivi 7 mar. 1974)

La figura di don Alceste Grandori rappresenta una tappa importante nella storia dell’insegnamento del catechismo, non solo per Viterbo ma per l’intera Chiesa italiana. Il rinnovamento della pedagogia in ordine alla catechesi sollecitato dal Concilio Vaticano II era stato appena avviato quando don Alceste muore il 7 marzo 1974 ma tutta la sua vita era stata una ricerca continua di impostazioni e strumenti adatti a presentare i principi della fede ai giovani del secolo Ventesimo.

Era nato a Viterbo il 9 gennaio 1880 da Luigi e Caterina Pacchiarotti. Il padre era imprenditore edile ed aveva costruito il palazzo comunale di Acquapendente e poi il grande edificio in Piazza della Rocca ancora oggi noto come Hotel Grandori e poi divenuto di proprietà della Cassa di risparmio della Provincia di Viterbo. Nel 1892, seguendo la sua vocazione, aveva deciso di entrare in seminario per diventare sacerdote. Grazie all’aiuto di don Pietro La Fontaine (1860-1935), suo insegnante al Seminario e  poi suo direttore spirituale (anche quando fu Vescovo di Cassano Jonio e poi Patriarca di Venezia), don Alceste giunse all’ordinazione sacerdotale nel  1902. Iniziò il suo ministero come aiuto nella parrocchia di S. Maria Nuova e dal 1906 divenne responsabile della Congregazione mariana che era stata creata dal La Fontaine per l’istruzione religiosa dei giovani studenti. Dal 1910 fu totalmente assorbito dalle attività della Congregazione mariana che si era trasferita in Via del Collegio in quello che già allora era chiamato il “Palazzaccio”: istruzione religiosa, preghiera, studio, formazione spirituale, gioco collettivo. E sulla base di quell’esperienza nacque il Circolo Cattolico Studenti per la cultura religiosa dei giovani universitari: tutte le attività si trasferirono presso la chiesa del Gonfalone che don Alceste aveva cominciato a seguire dopo il 1918 e pochi anni dopo, diventati piccoli quegli spazi, presso la parrocchia S. Leonardo (della quale divenne titolare) nelle strutture dell’Opera Pia Casa S. Giuseppe. Il suo tempo ora era diviso tra le cure dei parrocchiani e il catechismo ai bambini. A queste attività si aggiunsero la creazione del Reparto degli scout e l’associazione dell’Azione Cattolica S. Leonardo. Nel 1925 nasce l’Opera Catechistica (poiUnione Giovanile Cattolica)che aveva per finalità la scuola quotidiana di catechismo, gli esercizi spirituali in preparazione della prima comunione dei bambini, l’aiuto ai parroci per il catechismo domenicale, la stampa di supporto alle scuole di catechismo.

Nell’insegnamento del catechismo egli ben presto cominciò ad usare le nuove tecnologie per modernizzare l’insegnamento e renderlo più adatto ai giovani del nuovo secolo. Era il tempo dell’esplosione della fortuna del cinema e l’immagine stava conquistando l’attenzione di tutti. Anche i catechisti si convinsero della validità delle immagini in movimento, su cartelloni, su schede, su disegni, per accompagnare le spiegazioni che si voleva restassero nella mente e nel cuore dei suoi ascoltatori: e don Alceste Grandori fu tra i primi in Italia a seguire questo nuovo corso nell’insegnamento religioso. Accanto alle immagini dei filmini e dei cartelloni disegnati un ruolo di primo piano ebbe anche la stampa dei libri illustrati che divennero dei sussidiari per le lezioni di catechismo: l’idea era sorta a seguito del successo della stampa delle lezioni di  cultura religiosa che egli aveva tenuto a partire dal 1911 (Voce amica. Lezioncine di religione per giovani studenti, Viterbo, Agnesotti, 1922) e nel 1924 vide la luce La vita di Gesù narrata ai bambini (Viterbo, Unione giovanile cattolica, 1924). Da quel momento le pubblicazioni che seguirono uscirono dalla sua tipografia. Nel giro di pochi anni furono stampate oltre 700.000 copie degli “album” di catechismo e di storia religiosa prima destinati solo ai bambini e poi anche agli adulti. Dopo la burrasca della Seconda guerra mondiale egli creò la Casa editrice cultura religiosa popolare per la prosecuzione della sua attività che però non riguardò più solo i testi del catechismo ma anche la produzione per uffici pubblici e committenti privati. La cosa andò avanti sino al 1968 quando l’esperienza del catechismo ai bambini e agli adulti era del tutto esaurita e don Alceste cedette a privati tutta la sua attività tipografica.  Morì a Viterbo il 7 marzo 1974 ed è sepolto nella Basilica di Santa Rosa. Dopo la sua morte si è formata l’associazione “Amici di don Alceste” con l’intento di “fare memoria” del prete e dell’educatore.

BIBL. – P. Innocenti, Don Alceste Grandori, Viterbo 1974; Zeffirino Bentivoglio, Don Alceste Grandori. Industrioso più che ape, Viterbo 1975; Giovanna Vitali, Gli albi di cultura religiosa popolare di Viterbo. Un’esperienza catechistica degli anni ’30 alla luce della critica laicista, Tesi di laurea, Pontifica università gregoriana, Anno 1977; Rosario Scipio, Don Alceste Grandori. Sacerdote illustre di terra Tuscia, Viterbo 1988; Alfredo Cento, Don Alceste Grandori, Viterbo 2002

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]