Guarducci (Garducci) Tommaso – Cantante (n. Montefiascone, ca. 1720).
Sopranista, studiò a Bologna con il castrato Antonio Maria Bernacchi ed iniziò la sua carriera nel 1743 ad Urbino, interpretando Dorinda nel pasticcio Flora. Nel 1744 fu aggregato alla Congregazione di S. Cecilia con il ruolo di soprano della cappella di S. Maria Maggiore (attività documentata fino al 14 nov. 1749). Verso il 1750 fu invitato da Farinelli a Madrid, ed ivi prestò servizio presso la corte di Ferdinando VI. Nel 1754 si trasferì a Lisbona per interpretare il ruolo principale nell’Artaserse di Davide Perez. L’anno successivo cantò al Burgtheater di Vienna nella parte di Flavio per la prima assoluta de L’innocenza giustificata di Christoph Willibald Gluck (8 dic.).
Tra i tanti allestimenti ai quali prese parte in Italia, spesso nel ruolo di protagonista, si ricordano quelli dell’Artaserse di Gasparini e dell’Ezio di Baldassarre Galuppi al Teatro Ducale di Milano (1757), la Nitteti di Johann Adolf Hasse alla Pergola di Firenze (1758), le numerose rappresentazioni al San Carlo di Napoli, dove operò pressoché stabilmente per quasi quattro anni (1758-62), alcune rappresentazioni in Toscana, fino al debutto al Teatro Argentina di Roma (1765) come protagonista nell’Eumene di Antonio Sacchini e, successivamente, nel ruolo principale in occasione della prima del Fornace di Pietro Guglielmi. Durante il carnevale del 1766 fu a Palermo nel Sesostri re d’Egitto, rappresentato con musiche di vari autori. L’anno successivo parti per l’ Inghilterra, dove riscosse molto successo al King’s Theatre per due stagioni consecutive (1767-68), esibendosi in opere e oratori fra cui la prima esecuzione del Carattaco di Johann Christian Bach (14 febbr. 1767), La conquista del Messico di Mattia Vento (4 apr. 1767) e l’ Ifigenia in Aulide di Pietro Guglielmi (16 genn. 1768). Il musicologo Burney affermò che per eseguire dodici oratori, G. percepì il notevole compenso di 600 sterline.
Nel 1769, rientrato in Italia, fu «al servizio di camera di S.A.R. il Granduca di Toscana» e la sua attività è documentata nel 1769 al Teatro Argentina di Roma con Il Cidde di Antonio Sacchini (2 genn. 1769) e La clemenza di Tito di Pasquale Anfossi (28 genn.) e nella prim. al Teatro del Falcone di Genova. Ancora a Roma nel 1770, prese parte alla prima rappresentazione della Bidone abbandonata di Nicolò Piccinni (8 genn.), riscuotendo un successo trionfale nella parte di Enea, e del Siroe di Carlo Franchi (13 febbr.).
A partire dal 1770 iniziò a passare lunghi periodi estivi di riposo a Montefiascone dove aveva fatto costruire una villa con vista sul lago di Bolsena, come è testimoniato da Charles Burney, il musicologo inglese che, avendo stretto amicizia con il cantante fin dai tempi del suo soggiorno londinese, si recò a fargli visita nel settembre dello stesso anno. A Bologna e a Firenze si esibì anche nel repertorio sacro e, nel 1777, nel Teatro dei Nobili di Perugia sono documentate le ultime apparizioni in scena (Adriano in Siria di Josef Mysliveček e Il Cidde di Antonio Sacchini).
Si presume sia morto intorno al 1780. Fu uno dei più apprezzati cantanti evirati della seconda metà del Settecento. È citato nella corrispondenza fra Ignazio Wierl e Giovanni Battista Martini; fu ammirato per la dolcezza del timbro vocale e per la raffinatezza dello stile.
BIBL. – Mancini 1774; Gerber 1790-92, I, ad nomen, Burney 1789, pp. 490-494; Kelly 1826, pp. 112-113; Lichtenthal 1826, I, p. 365; Frati 1922, p. 489; Habӧck 1927; Heriot 1962; Burney 1979, pp. 176, 219, 227, 235-236, 240, 292, 345, 360; Giazotto 1983, pp. 91-95: 94; Rostirolla 1984, p. 248; DEUMM, II, p. 348; Gerhard Croll – Irene Brandenburg in New Grove, 10, p. 476; Irene Brandenburg in MGG, 8, coll. 148-149; Nadia Carnevale in DBI, 60, pp. 313-315.