Gustavo VI Adolfo – Re di Svezia, archeologo (Stoccolma, 1882 – 1973).

Appassionato sin da ragazzo per le ricerche archeologiche, già durante gli anni scolastici ebbe la possibilità di effettuare scavi nei dintorni della sua città natale. La vena artistica è del resto riconosciuta alla sua famiglia, la dinastia di origine francese dei Bernadotte, sin dal secolo XVIII. Frequentò nel 1902 l’Università di Uppsala, dove studiò archeologia e intraprese lo scavo di un tumulo dell’Età del bronzo. Nel 1903 pubblicò i suoi primi studi sulle incisioni rupestri di Ostergotland. I suoi interessi spaziarono poi dall’età antica a quella paleocristiana e medievale, alle antichità dell’Estremo Oriente. Nel 1901 fu per la prima volta in Italia dove, con Axel Boethius, maturò il progetto di fondare un Istituto svedese di studi classici a Roma per il perfezionamento dei giovani archeologi svedesi, con sede nel palazzo Brancaccio. Nel 1904 fu in Egitto.

In occasione del suo matrimonio, nel 1905, ricevette in dono un servizio di porcellana cinese, che fu all’origine della sua opera di importante collezionista. Al 1921 risalgono le sue campagne di scavo in Grecia e a Cipro. Nel 1927 ebbe luogo la sua visita in Estremo Oriente, dalla quale scaturirono scavi in Giappone e in Corea. Nel 1955 ricevette all’Università di Oxford la laurea honoris causa. Nel 1956 ebbero inizio le regolari campagne di scavo, promosse insieme alla Sovrintendenza alle Antichità per l’Etruria meridionale, che ebbero come oggetto la chiesa, il castello abbandonato di San Giovenale e l’insedia­mento etrusco presso Civitella Cesi. Per sei settimane ogni anno nel periodo autunnale, il re veniva in Italia, presso la residenza di Villa Giulia a Manziana, per seguire le attività di ricerca archeologica, delle quali si dava regolarmente conto nelle «Notizie scavi» e infine in un volume a sua cura su San Giovenale. Questa attività scientifica rivelò la presenza delle culture villanoviana ed etrusca e permise di approfondire la conoscenza storica del territorio di San Giovenale, Luni sul Mignone e Acquarossa. I suoi diari di scavo, redatti sino all’età di novant’anni, gettano una luce appassionata su queste aree laziali.

Prima di salire al trono, nel 1950, era stato presidente di numerose associazioni culturali che promossero la fondazione dei principali musei svedesi. Ad essi fu destinata la sua collezione dopo la sua morte. Fondò anche un Laboratorio per le analisi al carbonio 14 e un Istituto di osteologia. È ancora oggi considerato fra i maggiori ricercatori non professionisti in ambito archeologico nordico e classico e fra i maggiori conoscitori occidentali dell’archeologia e dell’arte dell’estremo oriente.

BIBL.- Lugli 1961; Gustavo Adolfo 1998; Per Gustavo Adolfo 2001.

[Scheda di Susanna Passigli – Msl]