Leti Nicola – Vescovo (Spoleto sec. XVII).

Ap­partenente a una nobile famiglia spoletina, fu preposto ai mo­nasteri e ai luoghi pii della provincia romana, quin­di venne eletto vescovo di Acquapendente il 14 giu­gno 1655, dopo la morte di Pompeo Mignucci. La Città, in precedenza appartenente alla diocesi di Orvieto, era diventata da pochi anni il capoluogo della nuova diocesi sorta in luogo di quella di Castro distrutta per volere di Innocenzo X nel 1649.

Ospitò nella sua dimora per un breve periodo il nipote Gregorio Leti, saggista e storico poi passato alla chiesa riformata e messo all’Indice per alcune sue opere anticattoliche. Ammini­strò con zelo la diocesi, realizzò una  importante visita pastorale e vi tenne il sinodo diocesa­no rimasto manoscritto; sotto il suo vescovato venne celebrato il quinto centenario del miracolo della Madonna del Fiore.

L. commissionò importanti opere di ristrutturazione della cattedrale, in cui fece realizzare un’ampia sa­grestia e rimuovere la cappella dedicata alla Passio­ne del Signore; l’8 feb. 1658, dopo avere riposto i corpi dei santi Ermete e Bernardo che erano stati rinvenuti nell’altare della cripta del S. Sepolcro durante i lavori, consacrò il nuovo altare maggiore e dedicò la chiesa a quei santi.

Dopo il trasferimento della Diocesi da Castro ad Acquapendente, il L. promuoveva, nel 1658, la nascita di un Monte di pietà, a giovamento della città stessa e per i bisogni dei poveri, secondo quanto raccomandato dal Concilio di Trento, per l’esercizio del prestito contro pegno subordinato al pagamento di un modesto interesse per provvedere alle spese necessarie. Il Monte, che ricadeva sotto la piena giurisdizione vescovile, era retto da un depositario, un conservatore dei pegni e altri ministri come prescritto negli statuti e relativi capitoli. I depositi sia volontari che giudiziali non erano ovviamente retribuiti. La documentazione relativa al Monte di pietà del primo periodo è andata purtroppo perduta con l’unica eccezione di un registro dei depositi della fine del XVII secolo. Il documento si è conservato indenne per un caso decisamente fortuito; esso, infatti venne riutilizzato per lo stesso scopo a partire dal 1851.

Il L. rinunziò al vescovato a seguito di una grave infermità nel 1674, e tornò in patria, dove morì.

BIBL. e FONTI –  Archivio Capitolare Cattedrale di Acquapendente, “Bullarium”, I, 1650-1660, Erectio Montis Pietatis 21 aprile 1658, cc. 137-139v.  Moroni, CI, p. 274; Gams, p. 660; Costantini 1903, pp. 136-138, 149, 151-152; HC, IV, p. 88; Biondi 1950, p. 12; Lise 1971, p. 124; Sciarra – De Carolis 1983, p. 82; www.museoacquapendente.it

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]