Kolbe, Massimiliano – Santo (Zdunska-Wola, 8 gen. 1894 – Auschwitz, 14 ago. 1941)
Nato l’8 gennaio 1894 in una famiglia di modeste condizioni (il suo nome era Raimondo) in una zona della Polonia sotto il controllo della Russia da Julius Kolbe, tedesco, tessitore, e da Maria Dąbrowska, polacca, che faceva la levatrice, in una famiglia dove c’erano cinque figli maschi. Frequentò la scuola media dei francescani a Leopoli e il 4 settembre 1910 vestì come novizio l’abito dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, assumendo il nome di Massimiliano Maria. L’anno successivo, il 5 settembre 1911 emise la professione semplice e venne inviato a Cracovia e successivamente a Roma per continuare gli studi in filosofia e teologia.
Nei primi tre anni trascorsi alla Pontificia Università Gregoriana, si dedicò alle scienze e alla matematica, compresa la trigonometria, la fisica e la chimica, poi allo studio della filosofia e della teologia, grazie alle quali conseguì due lauree, una nella sede dell’università stessa (nel 1915) e l’altra al Collegio Serafico Internazionale. Nel 1914 professò i voti perpetui. Negli anni della Prima guerra mondiale il padre, ufficiale nelle legioni polacche, venne fatto prigioniero dai russi e probabilmente fucilato. La madre invece si ritirò in un convento.
Il 28 aprile 1918 venne ordinato sacerdote nella basilica di Sant’Andrea della Valle, a Roma, e il giorno successivo celebrò la sua prima messa nella vicina basilica di Sant’Andrea delle Fratte. Nel 1919, conseguito il dottorato in teologia presso la Facoltà Teologica di san Bonaventura, ritornò in patria, a Cracovia dove, pur già malato di tisi, si impegnò nel settore della stampa creando giornali quotidiani e riviste di cultura civile e religiosa come “Il Cavaliere dell’Immacolata” che nel 1938 raggiungerà un milione di copie. A partire dal 1927 dà il via alla realizzazione di quel grande convento-città che chiamerà la “Città dell’Immacolata” ove trovarono da vivere oltre mille giovani attratti dalla religiosità francescana. Di questa città egli sarà oltre che fondatore anche a lungo responsabile civilmente.
Nel 1930 egli parte per il Giappone e anche qui le numerose conversioni lo convincono a far nascere una seconda città-convento, nei pressi di Nagasaki con il nome di “Giardino dell’Immacolata”. Ritornato in Polonia nel 1936, nel 1939 allo scoppio della Seconda guerra mondiale viene deportato nel campo di concentramento preventivo di Amliz; rilasciato e poi nuovamente imprigionato prima a Varsavia e poi ad Auschwitz, qui offre la sua vita al posto di un padre di famiglia. Insieme ad altri prigionieri viene costretto a stare nel “sotterraneo della morte” dove i condannati sarebbero morti di fame e ad alcuni che non si decidevano a morire fu fatta una iniezione di acido muriatico; tra questi anche a Massimiliano. Muore il 14 agosto 1941 e la sua salma fu portata al forno crematorio e bruciata.. E’ stato beatificato da Paolo VI nel 1971 e canonizzato il 10 ottobre 1982 da papa Giovanni Paolo II con una procedura eccezionale, in deroga a quanto previsto dal Codice di diritto canonico che prescriveva certi tempi per lo svolgimento del processo e per l’accertamento dei miracoli.
Nel 1917, quando era ancora a Roma, ammalato di tubercolosi, si porta a Viterbo con la speranza di curarsi meglio e qui rimane dal 4 settembre al 10 ottobre 1917. Padre Giovanni Auda, al tempo giovane postulante francescano, ricorda questa presenza di Massimiliano e dice che andava spesso al Santuario di S. Maria della Quercia e aggiunge che probabilmente fu qui che ebbe l’intuizione di creare quella “milizia dell’Immacolata” che poi svilupperà lungo tutto il corso della sua vita. Nella chiesa di San Francesco, ricostruita dopo la Seconda guerra mondiale, padre Auda ha voluto che una delle vetrate istoriate della basilica fosse destinata a raffigurare il martirio di padre Massimiliano, a quella data non ancora beato.
BIBL. – A. Ricciardi, Padre Massimiliano Kolbe, Roma 1960; F.S. Pancheri, Massimiliano Kolbe, santo del secolo, Padova 1982; G. Simbula, La Milizia dell’Immacolata. Natura, teologia, spiritualità, Roma 1991; Bibliotheca Sanctorum, vol. VII, Roma 1966, coll. 1054-1058; Bibliotheca Sanctorum. Prima appendice, Roma, Città nuova editrice, 1987, pp. 870-871.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]