Lilia Maria del SS. Crocefisso, t.o.f. (al secolo Anna Maria Felice Bertarelli) – Venerabile (Viterbo, 25 lug. 1690 – ivi, 12 feb. 1773).

Provenien­te da una famiglia di umili condizioni e molto reli­giosa, figlia di Benedetto Bertarelli e di Maddalena D’Antonio, fu battezzata da padre Giovanni Dome­nico Lucchesi nella chiesa di S. Giovanni Battista a Viterbo. A nove anni, grazie all’intercessione della contessa Cecilia Galeotti, sua madrina di cresima, entrò nel­l’istituto d’istruzione delle Maestre Pie a San Carluccio, di cui vestì l’abito. Dopo nove anni trascorsi nella scuola, diventata maestra a sua volta, insegnò nelle scuole  della Venerini a Oriolo, Veiano, Civitella e Soriano. Consigliata dal suo confessore, il padre Clemente da Tuscania, entrò a far parte del Terz’Ordine di S. Francesco e chiese ai Frati Minori Osservanti di S. Maria del Paradiso di Viterbo di essere ammessa tra i discepoli di S. Francesco d’Assisi.

Il 17 maggio 1712 vestì l’abito e l’8 dic. 1713 fece la solenne pro­fessione religiosa prendendo il nome di Lilia Maria del Santissimo Crocifisso. Sviluppa la sua opera di apostolato e di assistenza ad ammalati e moribondi e intanto raduna nella sua casa di Viterbo giovani donne desiderose di una vita spirituale più intensa. Contribuì alla fondazione di cin­que monasteri: il primo intitolato a S. Anna a Ronciglione nel 1717, poi il Maria As­sunta a Viterbo nel 1721 (dove risiederà fino alla morte), la SS. Concezione a Monte S. Vito nel 1736,  i SS. Apostoli Filippo e Giacomo a Ischia di Castro nel 1743 e il  S. Giuseppe a Cori nel 1757. All’apertura del monastero di S. Anna (1717) partecipò anche la viterbese suor Maria Colomba di S. Maria della Croce; molti pro­blemi accompagnarono l’edificazione di quello de­dicato a Maria Assunta, ed essendo il vescovo della città Adriano Sermattei contrario, la costruzione fu finanzia­ta dalle somme ricevute dal capitano Pocci di Tu­scania, da Stefano Galeotti di Viterbo, da monsignor Francesco Bagni e dalla famiglia Quarantotti. In questo monastero fu rinchiusa la profetessa di Valentano, Bernardina Renzi.

L. fu autrice della rigida regola dei monasteri da lei fondati, che ricalcava quella francescana e che fu approvata dal vescovo di Viterbo Giacomo Oddi e dal definitorio dei Minori Osservanti. Le prime Costituzioni furono emanate nel 1735 e riviste nel 1763: hanno tra le altre caratteristiche quella di essere le prime costituzioni redatte da una donna per monasteri di donne. Al di là delle norme che riguardano l’organizzazione interna dei monasteri e i compiti affidati a ciascuna religiosa incaricata di un ruolo, per tutte valeva l’indicazione che si dovevano applicare all’educazione delle giovani e che dovevano applicarsi in una attività di lavoro, all’interno del Monastero, nei tempi che erano lasciati liberi dalle altre incombenze.

Nel dicembre 1768 è costretta a mettersi a letto per la sua infermità che l’accompagnerà fino alla morte avvenuta a Viterbo il 12 febbraio 1773; fu sepolta nella chiesa del Monastero dell’Assunta. Sul corpo vengono riscontrati i segni delle stimmate.

Nel 1776 fu avviato il “Processo ordinario viterbese” e nel 1789 fu pubblicata la Positio super introductione causae. Il processo andò avanti sino al 1889 quando la causa fu interrotta per obiezioni da parte del Promotore della fede per essere ripresa nel 1994; nel 1998 si arrivò alla pubblicazione della Novissima Positio, essendo postulatore p. Ernesto Piacentini.

BIBL. e FONTI – Bussi 1742, p. 382; Quarantotti 1802; Compendio 1875; Beatificationis 1876-82; Silvagni 1881-85, I, pp. 209­210; Signorelli, III/1, pp. 172, 218; Ermenegildo Frascadore in Bibliotheca Sanctorum, VIII, col. 1077; Palazzi 1977, pp. 173-­174; Novara 1989, pp. 15-26: 19; Tomassini 1990; Tomassini 1994; Viterbiensis beatificationis et canonizationis Serve Dei Liliae Mariae a SS. Crucifixo…, Novissima positio, Viterbo, Tipografia Agnesotti, 1998; Tarmati 2005, pp. 20-29.

[Scheda di Barbara Scanziani – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]