Magri Domenico – Teologo, erudito (La Valletta, Malta, 1604 – Viterbo, 1672).
Uomo di vasta cultura, orientalista, appartenne alla Congregazione dell’Oratorio. Nel 1623 fu inviato dalla Santa Sede in missione presso i Maroniti del Libano. Tornato a Roma divenne segretario della Congregazione di Propaganda Fide. Almeno dal 1658 visse a Viterbo come canonico teologo di quella cattedrale, con frequenti viaggi a Roma dove era consultore nella Congregazione dell’Indice.
Oltre a curare una versione araba della Bibbia scrisse varie opere teologiche e erudite. In particolare a Viterbo pubblicò sotto lo pseudonimo anagrammatico Nicodemo Grima una Dichiaratione laterale degl’Hinni sacri secondo la corretione di Urbano VIII (Viterbo, per Girolamo Diotallevi stampator pubblico, 1658), ove, in bella edizione promossa dal cardinal Brancaccio vescovo della città, commentava il nuovo testo ufficiale degli inni della liturgia cattolica stabilito alcuni anni prima da una commissione di cardinali, teologi e musicisti per volontà di Urbano VIII. Nel 1664 usciva a Viterbo una relazione della sua missione presso i Maroniti (Breve racconto del viaggio al Monte Libano, già edita nel 1655 a Roma).
Intanto pubblicava le opere dell’umanista viterbese Latino Latini con ampio corredo di note critiche, frutto di un lavoro triennale condotto sui manoscritti di Latini conservati nell’Archivio della cattedrale viterbese. La magnifica edizione, dedicata al cardinal Brancaccio che ne fu il committente, uscì in due volumi con il titolo Latini Latinii Viterbiensis epistolae, coniecturae & observationes sacra, profanaque eruditione ornatae (I: Romae, typis Tinassij, apud Io. Casonum sub signo Pauli, 1659; II: Viterbii, ex Typographia Brancatia, apud Petrum Martinellum, 1667) ed è introdotta, nel primo volume, dalla ricostruzione della vita del Latini. Sono lettere che il L. aveva scritto per conto del cardinale Giacomo Pozzo (prima parte del I° volume) seguite dalle lettere ricevute dal L. e da lui scritte ai suoi corrispondenti.
Anonimo uscì invece nel 1665 un suo interessante opuscolo, testimonianza della diffusione del caffè nell’Italia del Seicento (Virtù del kafè, bevanda introdotta nuovamente nell’Italia, Viterbo, per il Diotallevi, 1665) dedicata anch’esso al cardinale Brancaccio. Due anni dopo curò una selezione storico-filologica di altri scritti dell’umanista Latini (Latini Latinii Viterbiensis Bibliotheca sacra et profana, Romae, typis Angeli Bernabò, sumptibus Pontii Bernardon via Parionis sub signo Virtutis, 1667), dedicandola al dotto prelato della Curia romana Walther Slusius. Del 1668 è un saggio sui cardinali diaconi (Eulogialogium diaconale, Romae, typis Michaelis Herculis, 1668).
Ma la sua opera maggiore, antecedente al periodo viterbese, è la Notitia de’ vocaboli ecclesiastici (1644), vero dizionario enciclopedico di erudizione teologica, liturgica, storica, musicale che fu continuamente ristampata per oltre un secolo in tutta Italia anche nella versione latina curata dal fratello Carlo (Hierolexicon, siue Sacrum dictionarium: in quo ecclesiasticae voces earumque etymologiae, origines, symbola, caeremoniae, dubia, barbara vocabula atque Sac. Scripturae & SS. PP. phrases obscurae elucidantur…, Romae, sumptibus Pontii Bernardon.., 1677), costituendo una delle principali fonti per i più vasti repertori del Settecento e dell’Ottocento.
La prima ricostruzione del patrimonio di pergamene della Biblioteca capitolare di Viterbo, per tradizione, si attribuisce al M. come pure la redazione del ms. n. 28 del fondo “Manoscritti” della stessa biblioteca intitolato Catalogus episcoporum omnium Viterbij de quibus notitia haberi potuit ex varijs publicis scripturis et diplomatibus.
BIBL. e FONTI – Biblioteca del capitolo della cattedrale di Viterbo, Sezione “Manoscritti”, cod. 28; capitolare. Enc. Italiana, VII, p. 270; G.V. Barbetta, voce “Magri Domenico” in Lessico ecclesiastico illustrato, vol. III, Milano 1904, pp. 270-271; F. Pietrini, I vescovi e la Diocesi di Viterbo, Viterbo 1949, ad vocem.