Minio Enrico – Politico, Antifascista (Civita Castellana, 4 mag. 1906 – Roma, 21 feb. 1973).
Operaio ceramista trasferitosi a Torino per compiere gli studi tecnici, aderì al PCI. Con altri giovani comunisti dette vita (apr. 1923) al quindicinale “criptocomunista” «La Voce della gioventù». Da quell’anno fu arrestato varie volte per propaganda sovversiva, fino al nov. 1925, quando fu condannato a 11 mesi di reclusione per affissione di manifesti sovversivi. Nel 1927 a Torino disegnò e scrisse il giornale clandestino di fabbrica degli operai FIAT Lingotto «Portolongone» e i giornali «Il Martello» e «Risveglio» della RIV di Vilar Perosa. Divenuto segretario giovanile dell’Ufficio 15 del PCI a Napoli, fu arrestato nel giugno 1927 e condannato dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione. Nel 1930 rifiutò di sottoscrivere la domanda di grazia inoltrata dalla sua famiglia. Nel 1934, commutatagli la pena a tre anni di libertà vigilata, tornò a Civita Castellana.
Nel 1935 con altri compagni realizzò un giornale, «Unità», di cui uscirono sei-sette numeri dedicati alla guerra che si stava preparando contro l’Abissinia. Nel settembre fu arrestato e condannato a 22 anni di reclusione, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla libertà vigilata. Fu rinchiuso in vari penitenziari quindi, nell’apr. 1939, nel sanatorio giudiziale di Pianosa. Liberato qualche giorno dopo la caduta del fascismo, accolto dai comunisti di Piombino, ivi incontrò i rappresentanti del Comitato di concentrazione antifascista.
Recatosi a Torino, passò da Piombino l’8 set. 1943, alla vigilia dell’insurrezione popolare che nella città permise di sconfiggere uno dei primi tentativi di occupazione del territorio italiano da parte di forze navali naziste. Dopo la liberazione, fu consultore nazionale, poi deputato alla Costituente, senatore di diritto nella I e II legislatura repubblicana e senatore eletto nella III e IV. Dal 1949 accettò la carica di sindaco di Civita Castellana, dove fronteggiò la grave situazione seguita alla repressione delle manifestazioni di protesta contro l’attentato a Togliatti.
Fu membro del direttivo nazionale dell’Associazione nazionale dei comuni italiani e della Lega dei comuni democratici. Fra i suoi scritti: Vita del Partito Comunista: dibattito in una sezione («Rinascita», II, 1948, pp. 35-36); Reazione e riscossa a Civitacastellana («Rinascita», v, 1949, pp. 236-238). Tra i molti discorsi pronunciati al Senato della Repubblica si segnalano: Per una finanza comunale democratica! Per la libertà dei comuni! (Roma, Tipografia del Senato, 1951); Per l’elezione democratica dei consigli regionali (Roma, Tipografia del Senato del dott. G. Bardi, 1955); Per l’ente Regione ed un nuovo Stato democratico (Roma, Aziende tip. eredi G. Bardi, 1962).
BIBL. -G. Spigarelli, voce Minio Enrico in Regione Lazio, Dizionario storico biografico del Lazio, Volume I, Roma 2009; ANPPIA, Antifascisti nel Casellario politico centrale, Vol. 13, Roma 1993, p. 22.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]