Monaci Ernesto – Filologo, paleografo (Soriano nel Cimino, 1839- Roma, l° maggio 1918).
Nato a Soriano nel Cimino da Anacleto e da Rosa Panunzi (dove il padre era stato governatore della tenuta della famiglia Chigi prima di diventare governatore di città per conto del governo pontificio e per questo spostandosi prima nelle Marche e poi nel Bolognese. Dopo il 1860 il padre rientrò nello Stato pontificio e fu governatore di Priverno mentre la sua famiglia rimase a Roma) il M. completò gli studi nel Collegio del Gesuiti e poi alla Sapienza laureandosi nel giugno 1865 in giurisprudenza. Le deludenti esperienze in campo legale e le lunghe frequentazioni che aveva avuto a Roma con gli ambienti letterari del Caffè nuovo oltre alle sue approfondite letture in campo storico-filosofico e allo studio delle lingue lo convinsero a dedicarsi agli studi filologici e linguistici. A partire dal 1870 era stato elaborato il progetto che si svilupperà nella “Rivista di filologia romanza” (che inizierà nel 1872) e che, dopo diversi adattamenti, assumerà, dal 1903, il titolo di “Studi romanzi”.
Fu grande promotore delle ricerche archivistiche a Roma e in provincia. Nei primi anni di vita della Società Romana di Storia Patria (della quale fu cofondatore) operò attivamente nelle pratiche per l’ordinamento della Biblioteca Vallicelliana, per la compilazione e per la stampa della rivista «Archivio della Società Romana di Storia Patria», per fissarne la forma tipografica, per regolarne la bibliografia, per dettare le norme delle altre pubblicazioni sociali e come rappresentante della Società presso l’Istituto storico italiano. Nel marzo 1884 contribuì fattivamente all’avvio di corsi pratici per introdurre giovani studiosi all’indagine storica, tenendo un corso di latinità nel Medioevo e di dialetti della provincia romana, insieme ad altri insegnanti fra i quali Guido Levi, Costantino Corvisieri, Ugo Balzani, Oreste Tommasini, Giuseppe Tomassetti: nel 1883 aveva fatto nascere l’Istituto storico italiano (dal 1934 Istituto storico italiano per il Medio evo). A tal fine fondò la rivista «Archivio paleografico italiano». Nel biennio 1885-1886 fu rettore dell’Università di Roma e fece un’esperienza come consigliere comunale di Roma dal 1895 al 1902.
Oltre al progetto di un Codex diplomaticus urbis Romae, al quale avrebbero partecipato singoli studiosi, famiglie nobili, capitoli, collegiate, monasteri, ospedali e confraternite, ciascuno contribuendo con il proprio materiale archivistico, M. fu promotore dell’iniziativa di recuperare e conservare frammenti di codici antichi utilizzati come rilegatura dei protocolli notarili dei secc. XVI e XVII nella provincia. Il primo fondo archivistico trasportato a Roma presso la Biblioteca Casanatense proveniva dall’archivio notarile di Sutri, seguito da quello di Viterbo. Appoggiò inoltre la continuazione della stampa delle Inscriptiones christianae Urbis Romae del De Rossi. Curò la pubblicazione del poema che racconta le vicende del Barbarossa e quelle di Arnaldo da Brescia in Roma, da lui rinvenuto, nelle Gesta di Federico I (Roma, Forzani, 1887) e del Liber Ystoriarum Romanorum o Storie de Troja e de Roma (Roma, 1920), compilazione latina di storia antica del sec. XII, più tardi tradotta in volgare romanesco, dalla quale M. trasse spunto per numerosi studi, fra cui Le miracole de Rome. Versione dei «Mirabilia Rome» in volgare romanesco del Dugento (1915).
Abbandonò l’insegnamento universitario all’inizio del 1918 e morì a Roma il 1° maggio dello stesso anno per una malattia improvvisa.
BIBL. – Guerrieri Crocetti 1917; D’Ovidio 1918; Federici 1918; Pelaez 1918; Ernesto Monaci 1920; Fedele 1920; Pelaez 1920; Vignoli et al. 1920-39; Bruzzone 2000; Calzolari 2005; DBI, vol. LXXV, voce “Monaci Ernesto” di Domenico Proietti.
[Scheda di Susanna Passigli – Msl; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]