Neri di Bicci – Pittore (Firenze, 1418-1420 – Ivi, 4 gen. 1492)

Nacque, probabilmente a Firenze, da Bicci di Lorenzo e da Benedetta di Amato Amati tra il 1418 e il 1420. Si formò verosimilmente nella florida bottega di pittura che Bicci di Lorenzo aveva ereditato per via paterna. Del legame che univa le tre generazioni era cosciente già Vasari (1550 e 1568), il quale, pur ritenendo erroneamente Neri figlio di Lorenzo e fratello di Bicci, colse il senso di una forte discendenza stilistica. Non molto oltre la metà degli anni Quaranta, Neri dovette assumere l’effettiva gestione della bottega paterna, come suggeriscono alcune testimonianze di archivio.

Dal 1453 al 1475 è possibile seguire da vicino la produzione di Neri grazie al suo diario di bottega (conosciuto sotto il nome di Ricordanze), nel quale annotò con scrupolo le proprie attività. Assieme ad altri diari di bottega, le Ricordanze permettono di riequilibrare l’immagine di un artista del XV secolo costruita esclusivamente attraverso le opere superstiti: nel diario si profila uno spaccato dell’attività di Neri, che, oltre alla produzione di pale d’altare, fu impegnato nell’esecuzione di paliotti o cortine, di immagini destinate alla devozione domestica, di cassoni e forzieri, ma anche di restauri e ammodernamenti di opere preesistenti. Il documento permette inoltre di approfondire il ruolo di collaboratori e apprendisti (quali Francesco Botticini, Cosimo Rosselli e Giusto d’Andrea), e di seguire i rapporti di collaborazione tra differenti specialisti, in particolare tra il pittore e alcuni scultori e legnaioli. E’ opera di Neri di Bicci una “Madonna con bambino in trono e santi” e una “Crocifissione” databili al 1457-1459 nella chiesa di San Sisto a Viterbo.

Morì il 4 gennaio 1492, secondo quanto indicato da una fonte indiretta.

https://www.treccani.it/enciclopedia/neri-di-bicci; D. Rivoletti, voce Neri di Bicci, in Dizionario biografico degli italiani, Vol. 78, Roma 2013, pp. 242-245; A. Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo 1988 (rist. anastatica), pp. 223-224..

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]