Nuzzi Ferdinando – Cardinale (Orte, 10 set. 1645 – Orvieto, 1° dic. 1717)

Figlio di Giacomo e di Samaritana Persiani, appartenente a una casata di piccola nobiltà terriera, rimase orfano all’età di 9 anni e intraprese gli studi presso il collegio della Compagnia di Gesù a Roma. Studiò quindi diritto alla Sapienza e divenne dottore in legge. Avviato alla carriera ecclesiastica, si distinse tra gli avvocati della Curia e godette della fiducia di quattro papi che gli conferirono numerosi incarichi, spesso di primo piano.

Nominato commissario generale della Camera Apostolica nel 1688, durante il pontificato di Innocenzo XI, venne confermato in quell’incarico da Innocenzo XII; nello stesso anno fu proclamato canonico della basilica di S. Pietro. Protesoriere nel 1691, segretario della Congregazione del concilio nel 1696, assessore all’Inquisizione nel 1700, chierico della Camera Apostolica e quindi prefetto dell’Annona nel 1702, fu successivamente segretario della Congregazione delle Acque, consultore del Sant’Uffizio e votante della Segnatura nonché, nel 1706, segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari e correttore della Penitenzieria. Finalmente, dopo un tale percorso, fu consacrato arcivescovo di Nicea e assistente al soglio pontificio nel 1706, all’età di 61 anni. La sua lunga attesa per i meritati riconoscimenti, soprattutto il cardinalizio, si disse dovuta alla necessità dei pontefici – in particolare di Clemente XI – di avere la sua disponibilità per risolvere molti casi difficili.

Il coronamento della sua carriera arrivò infatti soltanto nel 1715, quando fu creato cardinale prete con il titolo di S. Pudenziana e anche vescovo di Orvieto, due anni prima della sua morte. Il 25 luglio 1717, era stato dedicatario a Bolsena dell’oratorio Il martirio della gloriosa vergine Cristina volsenese, su poesia e musica di autori ignoti.

Nel suo incarico più importante, come prefetto dell’Annona, N. si distinse particolarmente per la realizzazione dei nuovi granai di Termini, alle Terme di Diocleziano, affidati all’architetto Fontana con il quale vantava una lunga frequentazione, e per la pubblicazione, nel 1702, del Discorso di monsignore Ferdinando Nuzzi  chierico di camera, e prefetto dell ’annona, intorno alla coltivazione, e po­polazione della campagna di Roma (Roma, Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, 1702), molto apprezzato per la competenza e notevole per le intuizioni sociali ed economiche; a quest’opera potrebbe avere fatto seguito un saggio – andato perduto – sul ripopolamento del Lazio, almeno stando a quanto riportato in una nota del Valesio datata al 18 apr. 1703, in cui si legge che «Monsignor Nuzzi, presidente dell’Annona, che già stampò un libretto del modo di ridurre a coltura l’Agro Romano, ne ha hora dato in luce altro del modo di rendere popolate le campagne di Roma».

Risale al 1702 (nov.) anche il viaggio di N. a Perugia, in compagnia del cardinale Francesco Barberini ju­nior, per compiere una ricognizione dei corsi d’acqua dell’area. Uomo di vasta cultura, N. fu accademico dell’Arcadia ed ebbe tra i suoi amici molti letterati, storici e giuristi che frequentavano il suo salotto; tra questi vari Passionei, che avevano fondato a Roma il Circolo del Tamburo, noti per il pensiero illuminista ma anche per l’attenzione alla cultura classica. In tale ambito la posizione del N. viene ritenuta molto importante perché egli agì da intermediario tra la posizione restrittiva della Curia romana e le aperture verso i progressi del pensiero europeo. In particolare ebbe amicizia con Raffaele Fabretti, Filippo della Torre, Orazio Albani, Giusto Fontanini (al quale commissionò un’opera sulla storia di Orte, pubblicata a Roma per i tipi di Gonzaga con il titolo De antiquitatibus Hortae coloniae Etruscorum) e con i cardinali Giuseppe Renato Imperiali, Giuseppe Maria Tommasi, Arrigo Noris, Tommaso Maria Ferrari, Leandro Colloredo e Prospero Lambertini (poi Benedetto XIV).

Il N. fu molto legato alla sua città d’origine, verso la quale si mostrò molto generoso per la sua solidarietà nei confronti dei poveri e degli ordini religiosi minori, le donazioni alle chiese e l’impegno per il miglioramento urbanistico. Quest’ultimo fu profuso specialmente per la ricostruzione della cattedrale, per l’edificazione della sua villa extraurbana e per l’ampliamento del suo palazzo cittadino – attualmente sede del Comune – fatto progettare, come anche la cattedrale, dall’architetto Carlo Francesco Bizzaccheri, allievo del Fontana.

Alla morte venne sepolto nella cattedrale di Orvieto, e commemorato da un monumento commissionato da un suo nipote; nel 1928, a seguito di lavori nella cattedrale, le sue spoglie vennero trasferite in quella di Orte, e da qui in seguito traslate nella chiesa delle Grazie.

BIBL. – «D.O.», n. 108 del 1717, p. 23; Valesio, II, p. 576, IV, p. 607; Fontanini 1723; Guarnacci 1751; Moroni, LXXIV, p. 306; Carini 1891, p. 584; HC,V, p. 398; Franchi 1997, p. 133; Capretti 2002.

[Scheda di Abbondio Zuppante – Ibimus]