Quaglia Angelo – Cardinale (Tar­quinia, 28 ag. 1802 – Roma, 27 ag. 1872).

Figlio del conte Giacomo e della contessa Vittoria Bruschi, studiò al seminario di Montefiascone dov’era entrato nel 1814, nel momento di ripresa delle fortune del seminario dopo il ventennio di governo del cardinale G. S. Maury nella Diocesi di Montefiascone-Corneto. La nuova stagione è segnata dall’arrivo in Diocesi di mons. Bonaventura Gazola, già vescovo di Cervia. La sua attenzione al seminario lo fece acclamare non solo restauratore ma quasi rifondatore dell’istituto che raggiunse in quegli anni il numero di oltre cento studenti e che provocò un considerevole ampliamento dell’edificio per seminaristi e docenti rispetto alla costruzione originaria del Barbarigo. In questo luogo il Q. ebbe modo di distinguersi con pubbliche dispute in filosofia e teologia ed ebbe come compagni di corso due futuri cardinali, Teodolfo Mertel e Camillo Tarquini. Dall’ott. 1824 si trasferì a Roma dove conseguì nel 1835 la laurea in utroque iure alla Sapienza. Ordi­nato sacerdote nel 1826, completò la formazione giuridica con tre anni di pratica legale all’interno della Congregazione del Concilio. Fu referendario dal 5 sett. 1833 e divenne nel febbraio successivo ponente nella Congregazione del Buon Governo. Nel 1835 fu nominato prelato della Congregazione del Concilio (28 genn.) e assessore del Tribunale del Governatore di Roma (6 apr.). Uditore del Tri­bunale della Segnatura di Giustizia dal 16 genn. 1836, fu promosso tre anni dopo alla carica di udi­tore per Roma nel Tribunale della Sacra Rota (12 ag. 1839). Entrò nel pieno esercizio delle funzioni rotali dal maggio 1840, dopo l’ammissione al Tri­bunale in virtù del motu proprio del 18 nov. 1839 e il giuramento prestato l’8 maggio dell’anno suc­cessivo.  Nel 1840 era rimasto amministratore unico dell’ingente patrimonio familiare che seppe preservare e accrescere grazie anche ai suoi incarichi in Curia. Negli anni turbolenti del riformismo di Pio IX e poi della Repubblica Romana il Q. rimase defilato a Roma e solo nell’aprile 1840 seguì il papa in esilio. Fu esponente della corrente più restauratrice, dopo il ritorno a Roma,  e questo forse lo aiutò nella carriera successiva:  reggente della Penitenzieria apostolica e poi Segretario della Congregazione del Con­cilio dal 18 marzo 1852, ricevette la nomina cardi­nalizia nel concistoro del 27 sett. 1861. Membro delle Congregazioni dei Vescovi e Regolari, del Concilio, dell’Immunità Ecclesiastica e delle In­dulgenze, fu nominato prefetto della Congregazio­ne dei Vescovi e Regolari e della Disciplina dei Re­golari il 22 apr. 1863. Partecipò al primo Concilio Vaticano e, nel 1871, fu camerlengo del Sacro Col­legio Cardinalizio. Sulla questione romana il Q.  fu su posizioni rigidamente conservatrici e temporalistiche rifiutando qualsiasi transazione con il governo italiano.

Alla sua morte, dopo le esequie nella chiesa di S. Maria in Via Lata, fu sepolto nella tomba di famiglia nella chiesa dell’Addolorata a Corneto (ora Tarquinia). Nel testamento volle destinare una rendi­ta annua per l’erezione di un ricovero dei convale­scenti che, dimessi dall’Ospedale civico di Corne­to, erano ancora bisognosi di assistenza.

Bibl. – Dasti 1910, p. 281 ; HC, VIII, pp. 16, 46; Boutry 2002, p. 619 (con rif. alle fonti d’archivio e bibl.); DBI, 85, 752-754.

[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri; integrazione di Luciano Osbat-Cersal]