Rapaccioli, Francesco Angelo – Legato, Cardinale (Roma, 1608 c. – Ivi, 15 mag. 1657)
Nato a Roma intorno al 1608 da Pietro e Ginevra Delli Griffi. Il padre era oriundo di Terni e si era arricchito con il commercio delle stoffe; utilizzò le sue ricchezze per sostenere la carriera del figlio grazie anche all’appoggio della famiglia Barberini.
Francesco Angelo, dopo aver studiato al Collegio romano, si laureò in utroque iure e intraprese la carriera curiale nel 1630 come Referendario delle due Segnature. Fu reggente della Cancelleria e dal 1636 fu Chierico di Camera e Presidente degli Archivi. Il 12 gennaio 1639 fu nominato provvisore e conservatore generale delle Fortezze, armi e munizioni dello Stato Ecclesiastico. Fu Presidente della Camera apostolica e dal 1° luglio 1641 al 25 febbraio 1643 fu prefetto dell’Annona. Morto Giovanni Battista Lomellini (2 marzo 1643), acquistò per 64.000 scudi l’ufficio di tesoriere generale, i cui compiti furono esercitati da Paolo Emilio Rondinini, poiché nel frattempo Rapaccioli era stato nominato Commissario generale per le truppe pontificie in guerra contro Odoardo Farnese e le forze del granduca di Toscana.
Il 13 luglio 1643 Urbano VIII lo creò cardinale. Il 3 agosto 1643 era stato nominato Legato della provincia di Patrimonio; a causa del perdurare della guerra il governo della legazione ricadde sul cardinale Antonio Barberini, coadiuvato dal vicelegato Giberto Borromeo e da governatori che si alternarono con il Borromeo.
Innocenzo X il 18 ottobre 1646 lo nominò vescovo di Terni. Fu consacrato il 28 ottobre a Roma e governò la diocesi fino alla primavera del 1656, quando si dimise per motivi di salute. Questo suo incarico è ricordato dal un piviale in damasco filato in oro conservato nella diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Abbellì la cattedrale, cui aggiunse le due sacrestie e la decorazione in stile barocco, avvalendosi, sembra, della consulenza di Gian Lorenzo Bernini, con il quale aveva allacciato rapporti fin dalla giovinezza.
Collaborò alla riconciliazione tra Innocenzo X e i Barberini, favorendo un accordo in base al quale il papa creò cardinale Carlo Barberini, figlio di Taddeo e Anna, mentre suo fratello Maffeo, divenuto principe di Palestrina, sposò Olimpia Giustiniani, pronipote del papa, che celebrò le nozze il 15 giugno 1653.
Morì a Roma il 15 maggio 1657, verso le quattro del pomeriggio, colpito da apoplessia, nel suo palazzo situato tra il Campidoglio e piazza Margana. Fu sepolto nella chiesa di S. Maria sopra Minerva, presso la cappella del Rosario.
BIBL. – C. Weber, Legati e Governatori dello Stato pontificio (1550-1809), Roma 1994, p. 432, 857; F. Bussi, Istoria della città di Viterbo, Roma 1742, p. 392; HC, IV, Padova, 1967, p. 26, 210; 276; DBI, vol 86, Roma 2016, pp. 493-495; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Volume terzo, Parte prima, Viterbo, 1964, p. 67, 69.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]