Renzoli (Renzuoli) – Famiglia (Viterbo, Secc. XV-XVIII)

L’origine della famiglia è Lucignano in Val di Chiana, già parte della Repubblica di Siena e poi del Granducato di Toscana. Qui i Renzuoli avevano svolto ruoli importanti giungendo, con Mariano del Sette, alla compilazione di articoli addizionali agli Statuti di Lucignano. Da quel Mariano discese Francesco e da questi Bernardino che contrasse matrimonio con Giulia Castelli di Castiglion Fiorentino. Un loro figlio fu Giovanni Battista, battezzato nel 1602, che intraprese la carriera ecclesiastica, si laureò in utroque iure e si inserì a Roma negli uffici di Curia. Nel 1637 ottenne la nomina ad Arciprete della collegiata di Sant’Andrea di Vetralla e qui si trasferì e visse fino alla morte avvenuta nel 1692. Una sua nipote, Angela, aveva sposato Domenico Pantaleoni di Vetralla e un altro nipote, Ubaldino, aveva sposato Francesca Zelli, sempre di Vetralla, e nel 1655 faceva parte dei governatori di quell’Ospedale. Dei suoi figli Anna Sinforosa Maddalena era entrata nel Monastero del Monte Carmelo di Vetralla mentre Giovanni Battista (v.) si era laureato anche lui in utroque iure ed era divenuto Arciprete della collegiata di San’Andrea dopo la rinuncia dello zio; a Viterbo per molti anni fu Arciprete della cattedrale di San Lorenzo e collaboratore del vescovo cardinale Urbano Sacchetti; poi fu Canonico di San Giovanni in Laterano a Roma. Nel 1707 era provicario generale del cardinale Andre Santacroce a Viterbo; nel 1721 fu creato vescovo di Amelia (dove successe a Giuseppe Crispino) e qui rimase fino alla morte avvenuta nel 1743 ce lo ricorda uno stemma.  I preziosi documenti che egli aveva raccolto sulla storia di Viterbo furono ceduti a Feliciano Bussi che li ignorò quasi completamente.

Altro figlio di Ubaldino fu Niccolò che acquistò una casa a Viterbo in San Giovanni in Zoccoli; nel 1711 fu depositario per provvedere alla riedificazione della Collegiata di Vetralla; nel 1712 aveva avuto (con altri) l’appalto della Dogana del Patrimonio e l’affitto delle terre di Castro e Ronciglione che mantenne fino al 1739 quando la sua società fallì. Aveva sposato Rosata Zagaroli e si era sistemato in un palazzo dei Maidalchini in San Giovanni in Zoccoli. Dal suo matrimonio derivarono Agata Maria che sposò Domenico Sannelli; Altilia che entrò nel Monastero di Santa Caterina e lì, nel 1742, era badessa; Francesco Maria che divenne sacerdote, si laureò in utroque iure, fu protonotario apostolico del cardinale Pompeo Aldovrandi; per molti anni fu Arciprete della Cattedrale di Viterbo e morì nel 1748; Ubaldino che fu Cavaliere di Santo Stefano,  ottenne la carica di Tesoriere della Provincia del Patrimonio; nel 1726 era tra i Conservatori di Viterbo; aveva sposato Margherita dei conti di Baschi da cui ebbe Teresa, Laura, Vincenzo e Giuseppe Clemente; quest’ ultimo fu dichiarato erede universale della duchessa Isabella Taye Grillo, già domiciliata a Viterbo. Giuseppe Clemente fu creato Cavaliere di Santo Stefano nel 1733 e nel 1748 era Conservatore del Comune di Viterbo mentre nel 1767 era tra i Governatori dell’Ospedale Grande.

Suoi figli furono Maria Anna che sposò Roberto Orsini; Giovan Battista che sposò Costanza Salvi e da questo matrimonio nacquero due figlie di nome Margherita, morte in tenera età. Con la morte di Giovan Battista avvenuta a Roma nel 1794 si estinse questa famiglia nel ramo viterbese. I Renzoli avevano posseduto la Concia di Valle Piatta già dell’Arte dei Calzolai; dopo il fallimento dei Renzoli la concia divenne proprietà del principe Girolamo Pamphili e poi della famiglia Colonna.

Avevano sepoltura nella chiesa dei Carmelitani, a Piazza Fontana Grande.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 437-440.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]