Ricciotti, Giacomo – Patriota (Frosinone, 7 feb. 1794 – Civita Castellana, 1827).
Figlio di Luigi e di Angela Ferretti e fratello di Domenico e Nicola, fu il più introverso tra i fratelli e probabilmente quello che risentì maggiormente della perdita della madre, avvenuta quando aveva solo otto anni. Come il fratello Domenico, dopo un periodo di pratica di bottega, aprì a Frosinone una propria attività di calzolaio. Il 9 ago. 1815 sposò Chiara Zangrilli, dalla quale ebbe cinque figli. Molto legato ai fratelli e iscritto con loro alla Carboneria all’interno della quale svolgeva il ruolo di «maestro terribile», riuscì a sfuggire all’arresto per il fallito moto insurrezionale del gen. 1821 riparando con Nicola a Pontecorvo.
I due si unirono alla colonna del generale Pepe diretta allo scontro con gli Austriaci, e dopo la sconfitta di Rieti e di Antrodoco (7 marzo 1821) tentarono di rientrare a Frosinone. Ricercato dalla polizia pontificia, nonostante l’intervento in suo favore presso il delegato apostolico Zacchia, Giacomo si consegnò a Roma alla delegazione generale di Polizia. Condannato nel marzo 1822 al carcere a vita, pena poi commutata in venti anni di galera, fu rinchiuso con i fratelli nella fortezza di Civita Castellana; la durezza del carcere e la severità del trattamento lo resero sempre più insofferente e insubordinato. Morì in carcere, ufficialmente a causa di un pernicioso colera, ma forse per una violenta infezione conseguente alle ferite di un pestaggio. Il giorno dopo la sua morte fu sepolto nella cattedrale di Civita Castellana.
BIBL. – DR, IV, p. 69; Pocino 1961, p. 391; Ricciotti 2004, pp. 124-130 (con rif. alle fonti d’archivio).
[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri]