Rodio Giuseppe Andrea, t.o.r. – Eremita (Locorotondo, Bari, 30 nov. 1743 – 11 gen. 1819).
Ventunenne vestì l’abito di terziario nel convento dei Padri Riformati di Gallipoli; dopo avere prestato servizio in vari conventi della Puglia, nel 1775 partì per un pellegrinaggio a Roma, e qui conobbe san Benedetto Giuseppe Labre che gli indicò la grotta della Madonna di Castel Sant’Elia come luogo ideale per la vita eremitica; R. vi giunse due anni dopo, dopo un soggiorno a Genazzano, e vi si stabilì. Nominato custode del santuario dal vescovo Filippo Mornati, si impegnò tenacemente per ristrutturarlo, apportando migliorie alla piazzetta antistante e alla cosiddetta «strada dei santi», l’unica che all’epoca consentisse l’accesso alla grotta dal monastero benedettino, inerpicandosi lungo la parete rocciosa fino alla grotta di S. Anastasio.
Per rendere più agevole l’accesso al santuario, a partire dal 1782, da solo e munito di un piccone, iniziò a scavare nel tufo vivo una scala di 144 gradini che collegava la grotta con il piano superiore, ultimando il lavoro 14 anni dopo. Alla morte venne sepolto nella cella in cui aveva vissuto, anch’essa scavata da lui stesso all’interno della grotta, presso l’altare della Madonna; l’11 ott. 1965 un decreto della Congregazione dei Riti ha dato avvio al processo per la sua canonizzazione.
BIBL. – Moroni, CI, pp. 337-338; Guglielmi 1991a, p. 114; Vittorio Aprile, Vita del servo di Dio fra Giuseppe Andrea Rodio da Locorotondo, Locorotondo, Arti Grafiche Angelini & Pace, 1970; www.santiebeati.it
[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus]