Bottega italiana, sec. XIX, Sant’Antonio da Padova, legno, cm 145.0 (H)

Maria Luisa Sili descrive l’altare di S. Antonio di Padova nella chiesa di S. Giovanni Battista a Tuscania, datato al sec. XVII, realizzato in nefro probabilmente da un artigiano locale e composto da due piedistalli rettangolari sui quali si impostano due semicolonne con decorazione a ricemi, in cui si vedono chiaramente le foglie ed i grappoli d’uva, che avvolgono a spirale le colonne. I piedistalli sembrano molto più antichi, forse medievali, provenienti da un unico fregio (probabilmente un architrave) riutilizzato dividendolo in due parti simmetriche poi in senso verticale: presentano figure zoomorfe, die più grandi, con un possente corpo da rapace, grandi ali aperte e zampe da felino, hanno teste di rapace con grandi rostri aperti che stringono un serpente. Le figure, di spalle, sono unite dalle loro code attorcigliate alle quali si uniscono altre due figure minori di rapaci. I pilastri sono congiunti alle colonne da due elementi cubici, dove sono scolpiti, all’interno d una cornice, un’aquila su un ramo con le ali aperte e sull’altro un animale fantastico, forse un drago. I capitelli corinzi sono simili, ma volutamente diversi, risalenti alla stessa produzione citano l’antico: uno ha la volta invertita (capitello corinzio di età adrianea). Nel frontale architravato si può leggere l’iscrizione “Arte della Lana di Gubbio”. Le pareti della cappella – un vano quadrangolare coperto da una volta a crociera – sono decorate con una pittura a motivi geometrici realizzata nella seconda metà dell’Ottocento e delle fasce contenenti gigli. Al centro delle lunette, sulle pareti laterali, sono raffigurati gli oculi con angeli reggenti cartigli riportanti versi biblici[1]. Oggi sull’altare è la statua ottocentesca del Santo[2].

[1] M. Luisa Sili, pp. 168-169.

[2] Bottega italiana, sec. XIX, Sant’Antonio da Padova, legno, cm 145.0 (H) [EL@0006].

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]